Opera 5: sfida sui due fronti

Il browser norvegese oltre all'attacco frontale ai giganti Explorer e Netscape si allarga anche sui mercati di nicchia dei sistemi operativi alternativi a Windows.
Il browser norvegese oltre all'attacco frontale ai giganti Explorer e Netscape si allarga anche sui mercati di nicchia dei sistemi operativi alternativi a Windows.

Opera 5, la più seria alternativa al duopolio del browsing Explorer-Netscape, ha fatto capolino tra gli eventi di questi ultimi giorni per due volte. La casa di Oslo ha reso disponibile la versione per MacOs; l’altra ha un rilievo limitato ai nostri confini nazionali: l’interfaccia di Opera 5 parla anche italiano.

Le ultime novità lasciano intuire che la tendenza ad espandersi del browser scandinavo, annunciata quasi come una dichiarazione di guerra nei confronti degli altri browser proprio nel momento del lancio dell’ultima versione di Opera, non contrasta con la vocazione originaria della casa di Oslo ai mercati ristretti.

Opera continua a coltivare il terreno di nicchia con una specializzazione delle sue offerte procedendo a rosicchiare terreno sotto i piedi dei due giganti del browsing a piccoli passi mentre contemporaneamente persegue una strategia d’attacco frontale. Il primo vero tentativo di allineamento ai giganti, Opera lo ha compiuto adeguandosi alla filosofia della distribuzione gratuita. Con il lancio della versione 5 è possibile scaricare Opera a costo zero tollerando dei banner pubblicitari, altrimenti è sempre possibile comperarla ma ad un costo molto contenuto (39 dollari). Da sole la Microsoft con Explorer e l’AOL, proprietaria di Netscape, si sono accaparrate il 97% del mercato dei browser anche per la loro politica commerciale di libera distribuzione del prodotto.

La fetta di mercato in possesso del duopolio resta alta, anche per Opera 5 che nei primi tre mesi della sua comparsa ha riscosso un coro univoco di consensi per la sua leggerezza e velocità. Consenso comprovato dai 2 milioni di download effettuati dal sito nei primi due mesi a cui deve aggiungersi la cifra di 10 milioni di copie distribuite in allegato a riviste.

Per colmare l’abisso che la separa dai giganti del browsing, la piccola casa scandinava continua quindi anche a puntare sulla varietà delle sue offerte coprendo l’intero spettro dei sistemi operativi di nicchia. La scontata versione per Windows è in compagnia a quella per BeOs ed Epoc. Mentre è ancora in fase di sviluppo e perfezionamento la versione per Linux il cui arrivo è previsto entro la fine dell’anno. Infine il nuovo arrivo di Opera per Mac.

La versione appena uscita per Macintosh rappresenta il tentativo di appropriarsi per prima di un terreno non ancora completamente colonizzato dai grandi nomi, ma, anzi, decisamente ostile alle ingerenze dei giganti dell’informatica. Per navigare sui Mac i browser a disposizione (oltre ai due onnipresenti leoni del browsing) sono il tedesco iCab e lo statunitense Omnigroup rispetto a cui Opera 5 appare più completo

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