Photoshop, nuove strategie anti-pirateria

Due copie legalizzate ed avviate direttamente da un server Adobe, ed alla terza registrazione arriva il blocco che non permette l'uso del software. Con questo procedimento acquisito dalla Macrovision Adobe conta di limitare le copie pirata di Photoshop.
Due copie legalizzate ed avviate direttamente da un server Adobe, ed alla terza registrazione arriva il blocco che non permette l'uso del software. Con questo procedimento acquisito dalla Macrovision Adobe conta di limitare le copie pirata di Photoshop.

E’ in fase di prova una nuova procedura di registrazione che dovrebbe permettere l’autenticazione delle copie di un qualsivoglia software mediante un rigido controllo diretto per via telefonica. Il sistema è stato lanciato da Adobe, sulla scia di precedenti esperienze di Macromedia e Symantech, ed è in fase di applicazione in Australia.

Adottata dall’esperienza Macrovision, la nuova procedura è esplicata dal responsabile delle operazioni anti-pirateria di Adobe Drew McManus il quale ammette vi siano ancora alcuni ostacoli insormontabili, ma il procedimento sia già in grado di acuire in modo sensibile la lotta contro le copie illegali del software.

Il meccanismo consiste nell’autenticazione diretta del software da parte della software house di San Jose: il cliente tramite una telefonata ottiene dal server Adobe un codice grazie al quale possono essere attivate fino a due dopie della stessa copia del software. Alla terza installazione il codice non ha più esito e si è costretti a ricorrere ad un nuovo contatto telefonico con il centro Adobe.

La misura è stata adottata per osteggiare la pirateria, mercato che fa di Photoshop il software più danneggiato al mondo. Tale rigido sistema di controllo è al momento limitato nell’applicazione e nell’area geografica, ma in futuro la strategia potrebbe venir estesa anche ad altri software e soprattutto al di fuori della sola Australia.

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