Al voto tra le polemiche la DMCA europea

Non senza perplessità e contestazioni è giunta al dunque la Intellectual Property Rights Enforcement Directive, cioè l'omologa europea dell'americana DMCA. Deluse le case discografiche, delusi gli utenti. Domani il voto.
Non senza perplessità e contestazioni è giunta al dunque la Intellectual Property Rights Enforcement Directive, cioè l'omologa europea dell'americana DMCA. Deluse le case discografiche, delusi gli utenti. Domani il voto.

Si chiama “Intellectual Property Rights Enforcement Directive” ed altro non è se non la corrispondente europea della DMCA americana di cui tanto parlare si è fatto nel recente passato quando è stata messa in discussione per la sua inefficacia nel dirimere le controversie sorte tra il mondo del file-sharing e quello delle case discografiche.

La direttiva, dopo un tortuoso percorso di discussione, troverà nella votazione di domani il suo atto finale. I punti nodali attraverso la quale ha dovuto passare il testo al voto sono stati soprattutto rivolti al target da colpire. La legge, infatti, non si rivolgerà solo ai prodotti illegali con finalità commerciali (vere e proprie organizzazioni basate sulal pirateria), ma potrà colpire anche privati e piccoli fruitori di servizi di file-sharing.

Una precisazione giunge comunque a gettare acqua sul fuoco: nessun allarmismo, in Europa non si assisterà al marasma indotto negli Stati Uniti dal caso RIAA. Il progressivo adattamento alle norme di legge stringerà le maglie attorno alla pirateria al fine di soffocare il fenomeno della vendita di supporti illegali, ossia la vera e propria piaga del mercato musicale.

Se la direttiva verrà approvata, le singole nazioni appartenenti alla UE avranno 2 anni di tempo per armonizzare la propria legislazione alla normativa europea.

La direttiva, dopo essere passata al vaglio della JURI (European Parliament’s judicial affairs committee), verrà dibattuta e votata domani Martedì 9 Marzo. In merito al testo finale molte riserve sono state espresse dalla International Federation of the Phonographic Industry (FIPI), che ha richiesto interventi più “draconiani” in materia. Immediata è giunta la reazione delle associazioni dei consumatori, le quali sulla scia delle denunce casuali piovute sui navigatori statunitensi preferiscono fare in modo di evitare la stessa malsicura possibilità in Europa.

Tra le proposte che hanno riscosso maggiore successo tra gli utenti ci sono quelle dell’europarlamentare radicale Marco Cappato, autore di cinque emendamenti tesi a circoscrivere le sanzioni per chi viola copyright a chi vi lucra su e a preservare la privacy dei navigatori e utenti.

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