Can Spam: una buona legge senza risultati

Difficile carpire i motivi del suo insuccesso, ma a distanza di mesi la Can Spam non sembra ancora aver dato la svolta promessa all'ambiente. Si segnalano problemi organizzativi e interpretativi tali da vanificare i buoni propositi della legge.
Difficile carpire i motivi del suo insuccesso, ma a distanza di mesi la Can Spam non sembra ancora aver dato la svolta promessa all'ambiente. Si segnalano problemi organizzativi e interpretativi tali da vanificare i buoni propositi della legge.

I dati parlano chiaro e non fanno altro che sancire le sensazioni emerse ad inizio anno: la Can Spam non sta avendo gli effetti desiderati. Anzi, le statistiche francobollano gli scarsi risultati della legge in vigore dal 1° Gennaio 2004 con numeri indicanti uno spam in piena crescita.

Secondo Shinya Akamine, CEO Postini (casa produttrice di filtri anti-spam), «la Can Spam non ha avuto sostanziale impatto sul flusso dello spam. Infatti nei quattro mesi successivi all’entrata in vigore lo spam è cresciuto dal 78% all’83%». Risultati simili sono emersi da una ricerca Pew Internet & American Life Project svolta tra Febbraio e Marzo dell’anno corrente.

Il tutto è ovviamente soppesato sui dati scaturiti dal filtro attuato settimanalmente da Postini su circa 1.4 miliardi di mail. Akamine continua inoltre evidenziando come concretamente siano finiti nella rete della legge solo alcuni piccoli operatori, mentre i grandi centri dello spam sanno bene come eludere i controlli e, nascondendo le proprie traccie, riescono ad evitare l’incontro con l’FBI.

A quanto pare i problemi non sono tanto a livello legislativo quanto attuativo: porre in esecuzione quanto previsto dalla legge significa trovare ostacoli e discrepanze tali da far cadere nell’ambiguità delle interpretazioni i buoni propositi portati avanti dal testo della legge. Conferma il tutto Shinya Akamine, secondo cui «questa è un’ottima legge». Prosegue: «senza tale legge lo spam sarebbe cresciuto ancor più in fretta».

Emerge forte dalle recenti esperienze la necessità di migliorare il profilo tecnologico dei mezzi e delle strategie anti-spam. La svolta potrebbe giungere nel momento in cui le trame della legge saranno maggiormente oliate ed i vari meccanismi maggiormente sincronizzati. La via della certificazione delle mail rimane in ogni caso l’approdo più plausibile per una lotta senza quartiere come quella contro lo spam.

Il dibattito si riaccende nei giorni scorsi nel momenti in cui lo stesso CEO Postini è stato invitato dal “Senate Committee on Commerce, Science, and Transportation” a discutere il tema Spam. Tale intervento fungerà da incipit al dibattito interno al Senato per valutare eventuali interventi postumi al testo di legge approvato nel 2003 o possibili ulteriori interventi integrativi.

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