ICANN: budget raddoppiato, ma approvato

Con il voto di poco più dei due terzi (68.6%) dei registrar che fanno capo all'ICANN, il bilancio di previsione per il 2004-2005 è stato approvato. Le discussioni andavano avanti da tempo ed erano sorte sulle modalità di suddivisione dei costi
Con il voto di poco più dei due terzi (68.6%) dei registrar che fanno capo all'ICANN, il bilancio di previsione per il 2004-2005 è stato approvato. Le discussioni andavano avanti da tempo ed erano sorte sulle modalità di suddivisione dei costi

E alla fine il bilancio ICANN (Internet Corporation for Assigned Names and Numbers) per l’anno fiscale 2004–2005 è stato approvato. Per pochi voti, dopo molte discussioni, ma l’importante passo è andato in porto. Le discussioni sono sorte già in Maggio, quando il conto è stato presentato e le misure previste sono state immediatamente contestate.

Il problema è sorto sul bilancio, ove la voce relativa al budget necessario per coprire il servizio è considerevolmente aumentata rispetto all’anno precedente: da 8.3 milioni a 15.8 milioni di dollari. Tra i costi maggiormente incidenti sull’aumento di spesa va annoverata anche l’ammontare delle spese legali, con l’ICANN impegnata a difendersi su vari fronti per differenti cause.

L’ICANN deve rispondere del proprio operato a 359 “registrar”, i quali debbono approvare il bilancio nella misura dei due terzi dei votanti. Le disquisizioni si sono sviluppate sul metodo di suddivisione dei costi proposto, tale per cui il budget viene suddiviso in tre parti per poi essere attribuito ai vari registrar sulla base di opportuni parametri di valutazione. Il voto finale ha visto il 68% di voti favorevoli (cifra fornita da Kurt Pritz, vice presidente del gruppo) e l’approvazione è così stata sancita.

Pritz ha così commentato il buon esito dell’importante passaggio: «Sono consapevole della dimensione del contributo che i registrar stanno apportando all’ICANN, e l’ICANN intende farne buon uso». Alcuni registrar hanno motivato il proprio voto favorevole come un dovere di fronte a quello che definiscono sommariamente come un «compromesso».

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