Grokster e Sony, uniti in Mashboxx

Uno è tra i massimi riferimenti P2P, l'altro è tra i maggiori colossi al mondo dell'industria discografica. Ora, assieme, proporranno Mashboxx, ovvero una piattaforma ove la musica si può alternativamente comprare o scambiare a seconda della disponibilità
Uno è tra i massimi riferimenti P2P, l'altro è tra i maggiori colossi al mondo dell'industria discografica. Ora, assieme, proporranno Mashboxx, ovvero una piattaforma ove la musica si può alternativamente comprare o scambiare a seconda della disponibilità

Una strana abbinata sta esordendo nel mondo della musica digitale e promette di aprire un nuovo fronte nel processo evolutivo di tale mercato: si tratta dell’alleanza tra Sony e Grokster, dalla quale sgorga il nuovo servizio Mashboxx.

Mashboxx consiste in una sorta di punto di unione tra i due mondi opposti e rivali: quello dello scambio gratuito tramite P2P e quello della musica digitale acquistata e legale. Anche se ancora non sono noti i dettagli dell’operazione, l’ipotesi che emerge maggiormente plausibile è quella di un calderone entro il quale la musica legale andrà a sostituire gli omologhi file “illegali”. Dunque se si cerca un file del quale è presente una copia legale, il risultato restituito sarà il file Sony. Se invece il catalogo Sony non ha di che offrire, allora la risposta sarà gratuita e fornita da Grokster.

Mashboxx incarna dunque un nuovo (e completamente innovativo) tentativo del mondo musicale di deviare l’utenza verso un rapporto legale con la musica digitale. Tale tentativo si discosta non poco rispetto alla mano pesante adottata finora dalla RIAA, e l’entità dei nomi in ballo offre ampie garanzie alla buona riuscita del progetto.

Secondo le prime voci inerenti alla vicenda Mashboxx, parte della tecnologia adottata potrebbe derivare dalla Snocap Inc., ovvero la start-up facente capo a Shawn Fanning (il creatore del primo rivoluzionario Napster). Secondo Michael Weiss, CEO StreamCast Network, il pericolo è che l’utenza abbandoni tale ramo del file sharing a favore di altri rami rimasti vergini dal contatto con il mondo delle major, il che vanificherebbe il nobile tentativo in atto.

Va ricordato come tempo fa, quando la RIAA iniziava la propria crociata contro gli utenti del file-sharing, già Kazaa si propose come punto d’incontro tra le major ed il P2P, suggerendo anche l’idea della vendita dei file per conto dell’industria discografica. Non se ne fece nulla e per Kazaa iniziò un lento declino che ha portato il prodotto della Sharman Networks a perdere il trono del P2P.

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