Firefox: il futuro è OEM, desktop search e mobile

A sole 24 ore dal rilascio ufficiale della prima versione completa del browser Firefox, presso la Mozilla Foundation già si pensa al futuro. L'obiettivo è quello di colpire nel reparto mobile, nella ricerca su desktop e nell'installazione OEM.
A sole 24 ore dal rilascio ufficiale della prima versione completa del browser Firefox, presso la Mozilla Foundation già si pensa al futuro. L'obiettivo è quello di colpire nel reparto mobile, nella ricerca su desktop e nell'installazione OEM.

Ora che Firefox 1.0 è realtà, il gruppo guarda avanti e già i primi rumor circa i piani di intervento nella battaglia anti-IE hanno dipinto il quadro dei possibili intenti dei responsabili della Mozilla Foundation. Così ufficializza il tutto Chris Hofmann, responsabile Mozilla: «stiamo appena iniziando la pianificazione delle iniziative più importanti per il prossimo anno».

A quanto pare il gruppo avrebbe identificato 3 aree precise di intervento: innanzitutto il reparto mobile, con la necessità di proporre uno strumento utile anche per cellulari e altri piccoli dispositivi; altro aspetto importante nella guerra alla concorrenza è il tentativo di distribuire il prodotto tramite OEM (Original Equipment Manufacturer), ovvero la preinstallazione concordata con vendor hardware; infine si inizia a parlare di Desktop Search, andando in ciò verso l’incontro (o collisione) con i piani di Google e Microsoft.

L’installazione OEM è la strategia che già ha portato anni fa notevoli vantaggi al concorrente Microsoft. Ora Firefox intende restituire la stessa moneta e, tramite accordi da intavolare con i produttori hardware e con i rivenditori, sostituire Explorer a partire dall’installazione primaria nel computer nuovo e vergine.

Discorso più complesso è quello riguardante il Desktop Search. Al momento sono stati i programmatori Google ad inaugurare questo nuovo fronte della concorrenza, ma già dal lato Microsoft si registrano le prime dichiarazioni d’intento in proposito. Ora Firefox potrebbe parare il colpo seguendo la via già tracciata dagli altri oppure potrebbe nuovamente volgere gli occhi a quel Google tanto vicino al gruppo Mozilla. La ricerca sul desktop, in aggiunta al dispositivo di blocco delle pop-up ed altre utility, potrebbero costituire il migliore biglietto da visita proprio per ottenere il lasciapassare verso gli accordi di OEM.

Quel che è certo è che ora Firefox fa paura. La miglior dimostrazione del tutto è quanto succede in Microsoft dove, dopo anni di immobilismo circa lo sviluppo del software più importante dell’intera offerta di Redmond, si ipotizza ora una qualche release migliorativa ancor prima dell’arrivo della rivoluzione Longhorn. Il tutto sarebbe in fase di valutazione, ed alcuni interventi in grado di estendere l’offerta del browser potrebbero rallentare l’avanzata nemica prima di scoccare il nuovo imponente assalto previsto per il 2006.

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