Annullata a Telecom la multa da 152 mln di euro

La multa inflitta nel 2004 a Telecom per abuso della posizione dominante è stata fermata da un ricorso nel Febbraio 2005 ed è stata quindi annullata «per difetto di istruttoria». Gli inquirenti potrebbero ora riaprire l'indagine.
La multa inflitta nel 2004 a Telecom per abuso della posizione dominante è stata fermata da un ricorso nel Febbraio 2005 ed è stata quindi annullata «per difetto di istruttoria». Gli inquirenti potrebbero ora riaprire l'indagine.

Con un lancio di agenzia la Reuters comunica l’annullamento della sentenza con cui l’antitrust puniva Telecom per abuso di posizione dominante. Così il testo dell’agenzia: «Il Tar del Lazio ha annullato per difetto di istruttoria la multa da 152 milioni di euro inflitta dall’autorità Antitrust contro Telecom Italia. Lo riferisce Claudio Tesauro, avvocato del collegio di difesa di Telecom Italia dopo che oggi è stata depositata la sentenza».

Tanto tuonò, che non piovve. La multa fu inflitta il 19 Novembre 2004 per abuso della posizione di Telecom sui servizi di rete fissa. In Febbraio il Tribunale Amministrativo Regionale del Lazio ha accolto parzialmente il ricorso Telecom: oggi si viene a sapere che «il Tar ha annullato la multa per difetto di istruttoria». Insomma, le accuse non sono rigettate e l’annullamento della sentenza non entra nel merito delle motivazioni, ma bensì viene contestato e punito un vizio procedurale del quale non si conoscono al momento ulteriori dettagli. Il tutto è comunque contenuto, come comunica in un ulteriore lancio d’agenzia l’AGI, nelle 98 pagine depositate dalla prima sezione del TAR (presieduta da Antonino Savo Amodio).

L’unica conseguenza concreta dell’atto depositato è dunque al momento il decadimento della multa multimilionaria contro Telecom. Claudio Tesauro, l’avvocato del gruppo sotto accusa, avrebbe riferito ancora a Reuters: «bisogna vedere che cosa farà l’autorità che in teoria potrebbe riaprire l’indagine» onde cercare una soluzione evitando i vizi che hanno determinato l’annullamento della prima sentenza. Il caso rimane, dunque, potenzialmente aperto.

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