L'UE non indaga su Telecom: non è affare comunitario

L'UE non ha al momento accolto la denuncia presentata dall'Associazione Anti Digital Divide contro Telecom Italia: il problema non è di caratura comunitaria, e i panni vanno lavati ognuno in casa propria. La porta, comunque, rimane aperta
L'UE non ha al momento accolto la denuncia presentata dall'Associazione Anti Digital Divide contro Telecom Italia: il problema non è di caratura comunitaria, e i panni vanno lavati ognuno in casa propria. La porta, comunque, rimane aperta

La Commissione Europea ha consegnato la propria risposta all’Associazione Anti Digital Divide in riferimento alla denuncia che l’Associazione stessa ha inviato il 29 Marzo 2005. La risposta della Commissione, dopo una lunga analisi dei fatti e dei requisiti tecnici, è una porta aperta con un invito a fare un passo indietro.

Secondo Eric Van Ginderachter (firmatario del documento della Commissione), non sussistono i presupposti per continuare il procedimento legale, ma in caso di eventuali contromosse la denuncia potrebbe essere impugnata: «Sulla base delle argomentazioni che precedono e considerando le scarse probabilità di constatare la presunta infrazione, si ritiene che non sia opportuno porre in essere ulteriori attività di indagine sul caso in oggetto e, pertanto, di non proseguire con ulteriori azioni. Tale posizione, assunta sulla base delle informazioni ad oggi disponibili nel mio Ufficio, è comunque provvisoria e lascia impregiudicata la possibilità di sottoporre alla Commissione ulteriori informazioni».

La principale contestazione mossa al testo della denuncia concerne il fatto che la situazione additata come irregolare dall’Associazione Anti Digital Divide fa riferimento ad un contesto italiano e difficilmente sono riscontrabili elementi di natura comunitaria («la Commissione è titolare della valutazione sull’effettiva presenza del requisito dell’interesse comunitario»). Inoltre nella lettera viene rilevata l’assenza di «elementi che indichino la mancanza, all’interno del sistema legislativo italiano, di strumenti che possano salvaguardare i Suoi diritti ed interessi nei confronti della presunta infrazione, che appare principalmente legata alla supposta mancanza di una effettiva concorrenza in Italia».

Si rileva ancora come l’Autorità per la Garanzia nelle Comunicazioni (AGCOM) stia portando avanti le necessarie indagini per migliorare il mercato all’ingrosso dell’accesso alla banda larga, e si indica il modello francese come un modello da seguire («in un’ottica comparativa internazionale, in Francia il prezzo dell’accesso condiviso risulta essere particolarmente basso ed i prezzi al dettaglio sono molto competitivi»).

Ti consigliamo anche

Link copiato negli appunti