Qualcosa ri-bolle

L'era delle dotcom sembra tornata: Microsoft contro Google, Microsoft contro Apple, Microsoft contro Linux. Ed eBay che si butta nella mischia a suon di miliardi. Il mercato torna a bollire, e qualche bolla esploderà
L'era delle dotcom sembra tornata: Microsoft contro Google, Microsoft contro Apple, Microsoft contro Linux. Ed eBay che si butta nella mischia a suon di miliardi. Il mercato torna a bollire, e qualche bolla esploderà

Con il passare del tempo qualcosa di nuovo sta tornando a colorare il mondo dell’Information Technology. Si tratta di una atmosfera nuova, di un’aria fresca, di un fermento sottile, di un paiolo che ribolle e che impregna l’aria respirata nelle news quotidiane. Acquisizioni, fusioni, cessioni, accordi, movimento: la sensazione è quella di un ambiente che va riassestandosi con i grandi gruppi che affilano le armi per una nuova importante sfida. Erano anni ormai che non maturava una tale congiuntura: nonostante nel mondo sia solo l’area orientale a felicitarsi di come va l’economia, il settore dell’IT sembra navigare ancora una volta in mondo tutto suo, su binari propri fatti di dollari e di bit, di grandi gruppi e grandi personaggi. E leggendo nei movimenti di oggi si possono forse intravedere la configurazione e gli equilibri di domani. Forse.

C’è una sfida in atto, una su tutte, ed è una sfida con la S maiuscola in virtù dei nomi dei contendenti: Microsoft e Google. Il vecchio e il nuovo, il diavolo e l’acqua santa, i due gruppi hanno ormai esteso la sfida incrociata su ogni piano e con ogni mezzo. Guardando al passato (trattasi di non più di due anni di storia dell’innovazione) è evidente come tale braccio di ferro non potrà che farsi ancor più ampio e serrato. Sembra ormai palese il fatto che l’ampiezza a cui ambiscono entrambi i contendenti imponga l’imposizione di uno sull’altro: non c’è spazio per tutti e due in questo mondo. Tutto è iniziato con Microsoft nel software e Google nella ricerca, ma nel mare dei bit, si sa, tutto coinvolge e tutto si rimescola e ben presto i due poli si son trovati scivolare uno contro l’altro dalla consolidata legge del nuovo mercato. Gmail ha così iniziato ad incrinare il monopolio di Outlook e l’occhiolino fatto agli sviluppatori di Firefox ha solleticato la sfida anche in campo browser (per non parlare della chimera Gbrowser!). Per contro Microsoft ha creato dal nulla MSN Search puntando Google dritto al cuore. Quando Google ha girato la battaglia sul nuovo campo della ricerca desktop, Microsoft ha immediatamente accolto e rilanciato la sfida. Touché. Ma non è finita certo qui.

In pochi giorni Google ha fatto sapere a tutti le proprie ferme intenzioni di continuare a sfidare Gates (fino a suscitare le ire di un poco compassato Ballmer) rafforzando in primis il proprio capitale intellettuale: Vinton Cerf è il primo grande colpo messo a segno, Kai-Fu Lee è lo sgambetto tirato alla concorrenza. Sarà un giudice, il prossimo Gennaio, a sentenziare chi tra Microsoft e Google vincerà l’ennesima scaramuccia, ma al momento la soluzione temporanea adottata dalla Corte volge completamente a favore di Google. Inutile leggere la sentenza come un nulla di fatto, in verità Google ha ora a disposizione importanti segreti interni agli uffici di Redmond e Kai-Fu Lee in cambio si assicura una buona posizione, una certa notorietà ed un considerevole gruzzoletto di dollari.

La sfida sembrava ormai orientata verso la nuova gallina dalle uova d’oro: il VoIP. Google lancia Google Talk, Microsoft compra e predispone il proprio MSN Messenger alle chiamate via IP, ma quando tutto è pronto ecco piombare il nome nuovo, quello che sovverte ogni pronostico e, pur mettendo a rischio la propria stessa integrità, provoca il più feroce terremoto che il settore non viveva da qualche anno a questa parte: eBay compra, quasi improvvisamente, Skype. 4.1 miliardi di dollari il valore dell’operazione, 2.6 miliardi dei quali fin da subito. Cifre astronomiche, quasi normali ai tempi (passati tristemente alla storia) delle dotcom ma oggi quantomeno altisonanti. Eppure c’è la firma, c’è l’annuncio, c’è l’eccitazione palesata sia da acquirente che da acquisito, c’è la promessa di una nuova sfida. Ma c’è, in sottofondo, quasi nascosta da un rumore voluto e cercato, la paura della bolla.

Con Microsoft e Google tanto lanciati uno contro l’altro, perché eBay scommette così tanto nel mettersi in mezzo, rischiando di rimanere schiacciato come vittima sacrificale del mercato? Ne vale davvero la pena? I commenti allibiti si sono moltiplicati ed hanno trovato sfogo e spiegazione solo in un qualche ragionevole motivo per investire così tanto in un settore così pericoloso. Da una parte c’è la sicurezza di oltre 50 milioni di utenti consolidati acquisiti in una sola firma. Ma il vero valore dell’acquisto sembra insorgere dalla sinergia tra il servizio eBay ed il servizio Skype, con la possibilità di operare aste ed acquisti usufruendo della chiamata vocale: un passo avanti notevole, e se si considera anche il pacchetto Paypal ecco un gioco a tre dal quale può insorgere una sinergia dai contorni tutti da delineare. Nessuno pensa che il direttivo eBay sia impazzito improvvisamente, ma l’entità della cifra sborsata non trova al momento ancora nessun corrispettivo tra le certezze emerse. E il giudizio degli analisti sembra essere lo stesso che striscia sul mercato azionario, ove eBay continua a viaggiare sottotono a cifre ribassate rispetto alla quotazione precedente all’accordo con Skype.

In questo quadro già di per sé intricato vanno aggiunti nomi quali Oracle pigliatutto e l’outsider Apple, gruppo ormai orientato a 360° sul perno fermo della musica digitale. Per Microsoft il momento è delicato: Gmail ha vinto la sua sfida; Explorer continua a perdere punti rispetto a Firefox ed il passaggio a IE7 sarà presumibilmente il punto più basso della storia del navigatore; gli standard musicali Apple sembrano volersi imporre sul WMA di Redmond; Google continua a infastidire; l’open source si fa arrembante. Bill Gates ha però appena fatto sapere di «dormire sonni tranquilli», e questo perché probabilmente sa che il 2006 sarà finalmente l’anno del rilancio. E il 2006 è ormai in Vista.

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