.xxx, futuro incerto tra etica, ICANN e USA

Il dominio .xxx non s'ha da fare: problemi etici, innanzitutto, ed inoltre i problemi politici derivanti dall'attuale imbarazzo ICANN nei confronti del controllo americano e dalla necessità di prendere una decisione delicata. Un rinvio è meglio per tutti
Il dominio .xxx non s'ha da fare: problemi etici, innanzitutto, ed inoltre i problemi politici derivanti dall'attuale imbarazzo ICANN nei confronti del controllo americano e dalla necessità di prendere una decisione delicata. Un rinvio è meglio per tutti

Dall’ICANN arrivano solo ampie alzate di spalle e poche battute che appaiono utili solo a prendere tempo: la questione dei domini .xxx, ideati al fine di creare una sorta di «quartiere a luci rosse» sul web, sembra essersi insabbiata in un qualcosa che va oltre la semplice burocrazia interna all’ICANN ed il Top Level Domain rimane così in sospeso senza che alcun responsabile sia in grado di definirne il futuro.

Secondo quanto riportato da Reuters, il presidente dell’Internet Corporation of Assigned Names and Numbers Paul Twomey avrebbe spiegato che «l’ente sta ancora aspettando le raccomandazioni di un comitato consultivo incaricato di analizzare la proposta»: nulla di nuovo, dunque, è annunciato in occasione del vertice di Vancouver in cui i vertici ICANN sono attualmente impegnati. Anzi: secondo Vint Cerf, portavoce ICANN, il punto è stato propriamente estromesso dall’agenda delle discussioni decretando un tabula rasa del tutto significativo.

Il problema del Tld .xxx potrebbe andare ben oltre il semplice dibattito etico relativo all’opportunità di adoperare l’ente al fine di aprire una opinabile circoscrizione porno sul web. Tutto è originato infatti dalla richiesta di un prolungamento dei tempi di analisi da parte del Dipartimento Usa per il Commercio. La commissione che avrebbe dovuto valutare il tutto continua oggi a rimandare i tempi della risposta, tanto che lo stesso Twomey avrebbe negato di poter dare una qualsivoglia data ipotizzabile per uno sblocco della situazione.

Al centro dell’attenzione, dunque, vi sono nuovamente gli Stati Uniti: l’ipotesi è che una eventuale risposta negativa da parte del Dipartimento Usa per il Commercio possa essere interpretata come l’ennesima prova attestante la pesante pressione degli States sull’ICANN (il che andrebbe ad aggravare i contrasti già emersi di recente internamente all’importante ente che si vorrebbe più internazionale). Il problema etico (sollevato in particolare dallo statunitense Family Research Council) altro non è se non la causa del problema politico: nel momento in cui un Tld tanto delicato mette in gioco il ruolo strategico di chi ne dovrà dettare il regolamento, un ente il cui controllo è sotto accusa risulta meno legittimato a prendere decisioni particolarmente delicate. Prendere tempo, dunque, potrebbe essere l’unica soluzione praticabile in questo contesto per non rompere equilibri già di per sé precari.

Il dominio .xxx è stato proposto dalla ICM Registry, dovrebbe contenere (controllare e filtrare) materiale pornografico e parte degli introiti derivanti dalla registrazione dei domini verrebbe investita in iniziative ostruzionistiche nei confronti delle attività pedofile.

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