Broadband, l'Italia cresce meno della Turchia

Mentre in Inghilterra esplode il broadband sia via cavo che tramite rete wireless, in Italia la situazione sembra essere congelata: Turchia e Brasile crescono più del nostro paese e la già fortunata Francia registra tassi di crescita maggiorati del 10%
Mentre in Inghilterra esplode il broadband sia via cavo che tramite rete wireless, in Italia la situazione sembra essere congelata: Turchia e Brasile crescono più del nostro paese e la già fortunata Francia registra tassi di crescita maggiorati del 10%

I recenti dati Point Topic sulla banda larga a livello internazionale permettono di rilevare spunti interessanti sia per il fenomeno di crescita del broadband a livello generale, sia per quanto concernente la situazione specifica dell’Italia nel contesto. La notizia che è passata alle cronache in Europa è quella di un sorpasso: per la prima volta l’Inghilterra ha superato la Francia in quanto a utenti abbonati a servizi broadband.

L’Inghilterra mostra particolare eccitazione in tema banda larga anche in quanto a connettività wi-fi: intere città stanno per essere coperte con antenne posizionate in modo da permettere la connessione in spazi aperti. Manchester, Leed, Edimburgo, Birmingham, Cambridge, Liverpool, Nottingham: sono questi alcuni dei nomi di città presto completamente coperte da una fitta rete di antenne posizionate dalla “The Cloud” (annunciata in partnership con gruppi quali O2, BT, Vodafone, Ericsson, Skype, Intel, Alcatel e Nintendo). In tutto verranno coinvolti nel progetto circa 4 milioni di utenti.

I dati Point Topic mettono in luce il fatto che l’Italia è tra i primi 10 paesi al mondo in quanto ad abbonati: il nostro paese è in nona posizione, dietro al Canada e davanti alla Spagna. La classifica che fotografa la crescita della banda larga nell’ultimo trimestre monitorato, però, è meno rosea: l’Italia è decima, alle spalle di Turchia, Spagna e Brasile. A livello di area EMEA l’Italia registra una crescita relativa del 23.84%, cifra poco incoraggiante rispetto al +32.18% della vicina Francia ed al +45.25% del frizzante clima del Regno Unito (difficili i confronti con le percentuali esorbitanti di Polonia, Russia e Turchia, rispettivamente a +57%, +59% e +132%).

Va inoltre segnalato come una precedente valutazione suggerita da Mauro Guerrieri dell’Anti Digital Divide evidenziava il fatto che «4 milioni di connessioni, in Italia, oltre a quelle in modalità analogica o isdn, NON sono a banda larga» in quanto dotate di «picco massimo di velocità pari a 640 kbit/s» («L’ITU – International Telecommunications Union -, nella Raccomandazione I.113 chiarisce che per larga banda si intende la capacità di trasmissione superiore a un accesso primario ISDN, ovvero 1,5 o 2 Mbit/s»). Tra digital divide culturale, copertura effettiva e definizione esatta di banda larga, la situazione italiana rimane dunque ancora tutta da interpretare e ferma comunque a diatribe relative a tariffe flat per utenze dial-up.

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