Casinò online, proteste contro la chiusura

La Remote Gambling Association avrebbe palesato l'intenzione di agire contro l'Italia presso la Commissione Europea per far revocare la legge che prevede la chiusura ai giocatori italiani di circa 600 casinò online stranieri non in regola con i Monopoli
La Remote Gambling Association avrebbe palesato l'intenzione di agire contro l'Italia presso la Commissione Europea per far revocare la legge che prevede la chiusura ai giocatori italiani di circa 600 casinò online stranieri non in regola con i Monopoli

The Register ha riportato in giornata la notizia secondo cui la Remote Gambling Association avrebbe intenzione di avanzare iniziative legali contro l’Italia se la legislazione che regolamenta i casinò online non cambierà rispetto all’indirizzo assunto recentemente con la Finanziaria 2006.

L’Italia, infatti, ha dato un giro di vite ai servizi di scommesse online andando incontro ad una necessità tanto pratica quanto di stampo morale: inibire l’accesso al gioco “selvaggio” implica un’azione di tutela nei confronti di fasce deboli della popolazione ed una eccessiva esposizione da parte di soggetti a rischio. La nuova Legge Finanziaria, sulla scia di questa nuova impostazione, ha previsto la chiusura di tutti i casinò online che non abbiano stipulato una apposita convenzione con i Monopoli dello Stato (stimata la chiusura di diverse centinaia di siti), costringendo così indirettamente i siti interessati a contribuire tramite il pagamento di una licenza.

Lo stop è previsto per i prossimi giorni: la data del 24 Febbraio è quella posta come limite oltre il quale scatteranno le multe, ma l’opinione dei Monopoli è che il provvedimento non possa essere considerato oscurantista. Questa l’opinione del Direttore Generale AAMS (Amministrazione Autonoma dei Monopoli di Stato) Giorgio Tino: «non è oscurantista in quanto tende a non rendere accessibili i siti di quegli operatori che hanno deciso scientemente di “oscurare” il sistema delle regole che ogni Paese democratico si dà e deve darsi per salvaguardare i consumatori, l’ordine pubblico ed il sistema competitivo. Non è protezionistico in quanto ogni operatore che desidera entrare nel mercato italiano può già farlo con investimenti limitati, acquistando concessioni esistenti in Italia. A conferma di quanto sopra, alcuni tra i più grandi e seri operatori esteri del ramo scommesse sono già autorizzati ad operare sul nostro mercato, avendo essi fatta la scelta di entrare dalla porta principale, vale a dire da quella delle regole!»

Il comunicato ufficiale riporta inoltre una ostinata difesa della linea intrapresa dal legislatore: «va ancora sottolineato come la strategia dello Stato italiano in materia di gioco via Internet non possa essere assolutamente considerata di retroguardia e tantomeno proibizionista. Anzi! Nel nostro Paese è da tempo possibile scommettere via Internet sull’ampio e competitivo palinsesto messo a punto da AAMS. Senza dimenticare che, a partire dai primi mesi del 2006, come previsto dal Decreto Fiscale di fine anno e dall’ultima Legge Finanziaria, si potrà giocare via Internet sul Bingo, sulle lotterie istantanee e su tutti i tradizionali giochi da ricevitoria».

Se la RGA vorrà proseguire nella propria azione la parola passerà alla Commissione Europea la quale dovrà esprimersi non tanto sulla questione morale, quanto in merito ad eventuali irregolarità circa una eventuale limitazione della concorrenza.

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