Live Drive, il GDrive di Microsoft

Microsoft fa sapere di aver intenzione di lanciare un progetto di storage remoto che, sulla scia di quanto involontariamente già presentato da Google con il fantomatico GDrive, permette l'accesso a storage infinito, ovunque e tramite qualunque device
Microsoft fa sapere di aver intenzione di lanciare un progetto di storage remoto che, sulla scia di quanto involontariamente già presentato da Google con il fantomatico GDrive, permette l'accesso a storage infinito, ovunque e tramite qualunque device

Il prossimo pargolo di casa Microsoft in ambito Windows Live si chiamerà Live Drive e fin dagli annunci iniziali si configura come il rivale putativo del concorrente Gdrive di Google. La intenzioni sono tutte nelle parole di Ray Ozzie, Microsoft Chief Technology Officer: «Microsoft progetta di usare le proprie server farm per offrire a chiunque lo storage online di dati digitali. Con Live Drive tutte le tue informazioni – film, musica, dati relativi alle tasse, videoconferenza ad alta definizione che hai tenuto con tua nonna, tutto – possono essere accessibili ovunque, con qualunque device». Leggendo tra le righe è facile carpire l’intenzione di presentare uno spazio assolutamente sicuro sul quale l’utenza possa depositare qualunque tipo di file personale, documento o quant’altro.

L’idea non è nuova in casa Microsoft in quanto già nel 2004 si ipotizzava un’offerta simile (su abbonamento) per piccole e medie imprese. Il tutto avrebbe dovuto arrivare all’utenza nel 2005. Il progetto giunge ad inserirsi ora nel contesto Windows Live di offerta online di servizi: Live Drive sarà presumibilmente diviso (sulla traccia di quanto portato avanti per Office Live ed altri servizi) in vari pacchetti con offerta gratuita per il piano basic ed abbonamento mensile per i piani più complessi. Nessun dettaglio in tal senso è stato al momento fornito.

L’annuncio del GDrive di Google giunse a Marzo: a seguito di una funesta presentazione dei dati finanziari del gruppo, una slide indicò la possibilità di un servizio in grado di far divenire il drive locale come una sorta di cache dipendente dallo storage remoto. Anche nel caso di Google venne ipotizzata una qualche forma di pagamento del servizio, ma ogni dettaglio è stato rifuggito e l’involontario annuncio è stato insabbiato.

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