Banda larga, la crescita non basta

«Per ottenere il massimo beneficio dalla Information & Communication Technologies (ICT), gli stati membri dell’Unione Europea hanno bisogno di piani più ambiziosi»: così la Commissione Europea si è espressa nel comunicato ufficiale distribuito per fotografare i risultati ottenuti dal i2010, il programma di sviluppo tecnologico che l’Unione ha stilato per stimolare la crescita economica nel vecchio continente. «Le politiche europee per l’economia digitale hanno fatto qualche progresso, ma non penso che sia abbastanza»: così Viviane Reding ha ribadito il concetto lasciando intendere come le attese fossero più ottimistiche rispetto ai risultati registrati nella realtà.

Secondo la Commissione buoni risultati sono stati ottenuti soprattutto in ambito banda larga, ove una crescita tendenziale del 60% ha portato la copertura a 60 milioni di utenze, circa il 13% dell’intera popolazione dell’UE. La Commissione plaude la nascita del triple-play ed i nuovi prodotti nati dalle varie telecom europee, ma nel contempo i dati fotografano una situazione alquanto disomogenea a livello dei singoli paesi membri.

All’interno di tale disomogeneità l’Italia paga pegno occupando una posizione di rincalzo nella classifica del settore e la crescita registrata non colma il gap accumulato nel tempo a causa di una difficile situazione di mercato interno. «Dallo studio emerge che in Italia la penetrazione della banda larga è pari all’11,8%, contro il 12,8% dell’Europa a Venticinque. Maglia nera risulta essere la Grecia con solo l’1,4% mentre in Olanda la broadband è presente nel 25,2% del mercato, contro il 16,4% della Francia e il 16,5% della Gran Bretagna.»: così APCOM riassume i dati concernenti l’Italia all’interno del report i2010.

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