Ladri di VoIP

Riuscivano a rubare minuti di conversazione a vari carrier di telefonia VoIP e li rivendevano quindi sottocosto. Uno ha guadagnato 20.000 dollari per il suo lavoro, l'altro aveva case ed auto di lusso. Entrambi, però, sono ora agli arresti
Riuscivano a rubare minuti di conversazione a vari carrier di telefonia VoIP e li rivendevano quindi sottocosto. Uno ha guadagnato 20.000 dollari per il suo lavoro, l'altro aveva case ed auto di lusso. Entrambi, però, sono ora agli arresti

Il suo nome è Edwin Andreas Pena, ha 23 anni, vive a Miami e passerà alla storia come il primo ladro di VoIP messo agli arresti. Il cittadino americano di origine venezuelana è infatti accusato di aver illecitamente ottenuto l’accesso a reti di fornitori di telefonia su IP riuscendo così a far propri (poi rivenduti con grande lucro) 10 milioni di minuti di conversazione.

Secondo Reuters «l’uomo si sarebbe introdotto nelle reti informatiche di servizi telefonici via Internet (VoIP) […] grazie all’aiuto di altre persone». Il ragazzo avrebbe intascato durante le proprie operazioni, iniziate addirittura nel 2004, oltre 1 milione di dollari. Il tutto non sarebbe stato portato a compimento in solitudine: gli inquirenti hanno fatto il nome anche di Robert Moore, hacker assoldato da Pena per riuscire nel piano escogitato.

I minuti di telefonata rubati ai carrier di telefonia VoIP venivano rivenduti al vantaggioso prezzo di 0.004$ al minuto, il che costituiva un’offerta particolarmente appetibile e sfruttata da molti utenti. In tutto sarebbero almeno 15 le compagnie vittime della truffa (i cui nomi rimangono al momento nascosti tra le carte processuali), ognuna delle quali si lecca oggi ferite da 300.000 dollari circa.

Figura A. Moorer Software

Moorer Software

Secondo quanto traspare dalle indagini il ragazzo aveva immediatamente messo a frutto il proprio capitale: a suo carico gli inquirenti hanno già identificato beni immobiliari, almeno 3 auto di lusso ed una moto d’acqua. Online sarebbero inoltre disponibili le immagini di una BMW personalizzata che il ragazzo poteva vantare su un forum dedicato ad esperti del genere. Sia per Pena che per Moore il rischio è ora quello di una pesantissima condanna con il primo che rischia fino a 20 anni di reclusione per truffa ed il secondo che vede gli aggiornamenti del sito della propria azienda informatica fermi ormai ad Aprile.

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