Batterie ultrasottili dal Giappone

Questa volta a cercare onore e gloria sui giornali sono un gruppo di ricercatori dell’Università di Waseda, in Giappone.

Ci presentano il prototipo di una batteria più sottile di un foglio di carta, vale a dire solo 200nm, basata su polimeri organici.

Tale batteria dovrebbe essere migliore delle attuali anche in durata e affidabilità. I ricercatori affermano, infatti, di aver risolto il problema del self-discharging, vale a dire batterie che si scaricano da sole col tempo e affermano inoltre che questo nuovo modello può resistere a più di 1000 cicli di ricarica, che non contenti, hanno ridotto a pochi minuti ciascuno.

Gli stessi ricercatori, inoltre, affermano che potrebbero passare dalla fase di prototipo a quella di produzione nel giro di pochi anni (finanziamenti permettendo).

E’ indubbio che una batteria più efficiente e compatta porti notevoli vantaggi in questo mondo che sta vedendo il proliferare degli apparecchietti mobili più disparati. Tuttavia poche di queste straordinare tecnologie finiscono realmente nel mercato. Probabilmente i ricercatori in questo caso si fanno pubblicità e cercano eventuali finanziatori per completare il progetto.

Interessante notare come le attività di ricerca all’estero spesso portano successi non da poco… in Italia però questo non succede. Quale può essere il motivo?

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