Microsoft, 235 brevetti contro l'open source

Il mondo open source ha una nuova spada di Damocle: Microsoft ha spiegato di aver visto violati 235 propri brevetti, oltre 100 dei quali da Linux e 45 dei quali da Open Office. Il caso Novell potrebbe ora rappresentare un importante precedente
Il mondo open source ha una nuova spada di Damocle: Microsoft ha spiegato di aver visto violati 235 propri brevetti, oltre 100 dei quali da Linux e 45 dei quali da Open Office. Il caso Novell potrebbe ora rappresentare un importante precedente

Una intervista per Fortune e tra Microsoft ed il mondo open source torna a scatenarsi l’inferno: il gruppo di Redmond punta il dito contro il mondo open source indicando l’esistenza di 235 maggiori violazioni di brevetti registrati a nome Microsoft. L’intervista di Brad Smith, però, sembra andare oltre le vecchie questioni legate a SCO o alle minacce che Steve Ballmer ha instillato sui media per mesi: i riferimenti sono precisi e le accuse circostanziate, la sfida al mondo open source sembra questa volta avere intenzioni meno strategiche e più finalizzate.

Microsoft spiega che le violazioni sarebbero così suddivise:

  • 42 violazioni sono nel kernel di Linux;
  • 65 violazioni sono in altre componenti di Linux (interfaccia utente, elementi di design, eccetera);
  • 45 violazioni sono legate a OpenOffice.org;
  • 83 violazioni sono state registrate in altri prodotti open source.

Nessuna azione legale è al momento stata intentata ed è presumibile come Microsoft voglia combattere la propria battaglia innanzitutto al di fuori dei tribunali, cercando nel mondo open source una nuova opportunità piuttosto che l’ennesima guerra. Il patto con Novell è in questo contesto solo la prima puntata: il vendor si è garantito l’immunità da ogni denuncia (per sè e per i propri clienti) e così facendo ha creato un precedente che Microsoft vorrebbe fosse seguito anche da altri gruppi legati al pinguino. Non a caso l’accordo è stato additato da tutta la comunità open source quale una sorta di “tradimento” (addirittura in violazione della GPL), nel quale Red Hat sarebbe peraltro il gruppo più colpito.

L’odierna minaccia dei brevetti rappresenta la nuova scintilla ed i gruppi in qualche modo sotto accusa avranno ora di che lavorare per risolvere, smentire o addomesticare le nuove circostanze emergenti. Da più parti si smonta l’idea per cui Microsoft potrebbe passare all’azione denunciando singoli clienti, improntando sulla strategia del terrore il proprio modus operandi. Piuttosto Microsoft potrebbe usare i brevetti come leva per soggiogare l’alternativa open source e costringerne gli attori principali ad accordi e progetti comuni. Al momento l’azione è solo stata mediatica: una intervista, una pesante accusa lanciata con lo specifico obiettivo di cercare massima eco. Tutto ha nuovamente inizio.

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