Microsoft in causa contro Immersion

Microsoft pretende da Immersion un cospicuo rimborso derivante dagli accordi che il gruppo titolare della tecnologia che provoca la vibrazione nei controller Xbox sta stipulando con Sony. Tutto risale ad una vecchia disputa ed agli accordi firmati
Microsoft pretende da Immersion un cospicuo rimborso derivante dagli accordi che il gruppo titolare della tecnologia che provoca la vibrazione nei controller Xbox sta stipulando con Sony. Tutto risale ad una vecchia disputa ed agli accordi firmati

Tra Microsoft e Immersion non corre buon sangue da tempo. Inizialmente fu Immersion a citare a giudizio Microsoft e l’esito fu quello di una multa da 26 milioni di dollari (più altri 82 provenienti da Sony) a causa di una violazione relativa alla tecnologia che procura la vibrazione nel controller Xbox (e PlayStation). Ora è Microsoft a citare a giudizio Immersion per motivi ancora non precisati.

Le dichiarazioni ufficiali di Microsoft sono firmate Steve Aeschbacher, consigliere generale del gruppo, il quale rimane sul vago spiegando che le licenze si chiedono e si concedono, ma tutti debbono giocare con regole comuni. A quanto pare, comunque, tutto ruota ai rapporti che legano oggi Immersion e Sony. Microsoft avrebbe chiamato in causa la giurisprudenza per verificare che tutto avvenga secondo le regole: il documento di denuncia è disponibile online ed Immersion sembra essere nel pieno di una guerra tra console.

Agli atti, quello che Microsoft pretende dalla parte denunciata è un cospicuo esborso monetario per onorare accordi pregressi legati indirettamente alla partnership che va maturando con Sony e direttamente alle cifre che da Sony dovessero confluire nelle casse Immersion. Il vecchio accordo tra Microsoft e Immersion, insomma, avrebbe limitato l’accusa relativamente a potenziali accordi futuri (clausola con cui Microsoft rinunciava ad una causa legale trovando in questo vincolo una adeguata garanzia per il futuro). Nel momento in cui Sony e Immersion si sono agli effetti riavvicinati, quindi, Microsoft ha manifestato le proprie rivendicazioni pretendendo una parte del denaro in ballo tra le due aziende terze. Starà al giudice leggere tra le righe degli accordi firmati e valutare chi debba pagare quanto.

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