Blog Council, a scuola di corporate blogging

Quella di Andy Sernovitz è una sorta di fissazione: prima con la WOMMA tenta di istituire regole per canalizzare la comunicazione dei blogger, ora con il Blog Council tenta di standardizzare e formalizzare il corporate blogging dei grandi brand
Quella di Andy Sernovitz è una sorta di fissazione: prima con la WOMMA tenta di istituire regole per canalizzare la comunicazione dei blogger, ora con il Blog Council tenta di standardizzare e formalizzare il corporate blogging dei grandi brand

Corporate blogging, ovvero il portare la dimensione aziendale su un nuovo livello comunicativo che colga le nuove pulsioni del 2.0, che risponda alle domande provenienti “dal basso”, che cavalchi la nuova cultura emergente per evitare possibili ripercussioni sull’immagine aziendale. La nuova via, però, spaventa molte aziende ed alcune hanno deciso di formare una piccola confederazione che le unisca con un solo scopo comune: capire, edulcorare ed approfittare delle dinamiche del corporate blogging.

Il nome nuovo è quello del “Blog Council“, l’ombrello sotto al quale sono andate a ripararsi aziende del calibro di AccuQuote, Cisco, Coca-Cola, Dell, Gemstar-TV Guide, General Motors, Kaiser Permanente, Microsoft, Nokia, SAP, Starwood Hotels and Resorts e Wells Fargo. I blogger di tali aziende condivideranno le proprie esperienze e cercheranno di imparare gli uni dagli altri fino a creare uno standard su cui improntare la propria avventura nella blogosfera.

A guidare l’iniziativa è Andy Sernovitz, già fondatore della WOMMA (Word of Mouth Marketing Association, tra i massimi riferimenti per il mondo del buzz marketing), associazione che in comune con il nuovo progetto ha in comune un cardine fondamentale: il controllo di uno specifico flusso comunicativo finalizzato all’ottenimento dei migliori risultati di mercato.

Contro questo tipo di approccio sono però già schierati in molti. Il principio stesso, infatti, sembra traballare al cospetto della trasparenza che il mondo dei blog ambisce a trovare nelle aziende del nuovo millennio. La formazione di uno “standard” è un secondo anello debole, in quanto una simile forma organizzativa può essere vista come un elemento di filtro utile solo a mascherare le magagne che una attività di corporate blogging potrebbe svelare. Sotto accusa, inoltre, i primissimi passi del nuovo progetto (che spiega peraltro se stesso sull’impronta di attività quali quelle di Gartner o Forrester). Il Blog Council, infatti, nei primi due post del proprio blog ha pubblicato dapprima una FAQ ed in secondo luogo un comunicato stampa. Tutto fuorchè un post che possa sembrare anche solo lontanamente un approccio comunicativo “one-to-one” del tipo di quello che il gruppo stesso dovrebbe insegnare ai propri affiliati.

Di per sè, insomma, lo sforzo di ricerca sembra godere degli apprezzamenti di quanti credono nel nuovo sistema. L’applicazione dell’oggetto di studio, però, si scontra con quell’immacolato approccio naturale che la blogosfera auspica per dialogare con le grandi corporation. Ritrovandosi immediatamente alle prove con il tiro incrociato di decine di blog, il gruppo si trova a muovere i primi passi preannunciando per il 22 gennaio il primo incontro ufficiale tra i membri.

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