Polemica sull'Ogg, il W3C lo vuole standard

L'organismo che regola gli standard del web ha deciso di far diventare il formato multimediale open source Ogg uno standard a cui tutti i browser si dovranno adeguare. Contrari su tutta la linea sia Apple che Nokia, favorevoli Mozilla e Opera
L'organismo che regola gli standard del web ha deciso di far diventare il formato multimediale open source Ogg uno standard a cui tutti i browser si dovranno adeguare. Contrari su tutta la linea sia Apple che Nokia, favorevoli Mozilla e Opera

Grande scalpore sta suscitando la notizia che il W3C (World Wide Web Consortium), il consorzio che ha il compito di vigilare e regolare la standardizzazione delle regole che sottostanno alla creazione di pagine web, ha in mente per la nuova versione delle specifiche HTML (la numero 5) un nuovo tag per i video e l’integrazione del formato Ogg come uno standard.

L’inclusione del formato multimediale open source come uno standard della trasmissione di contenuti audio/video in rete, significa che, nelle parole del W3C, «ogni browser dovrebbe diventare Ogg compatibile (nella versione Theora per il video e Vorbis per l’audio)» e che la tecnologia (fino ad ora poco usata) riceverebbe un illustre beneplacito.

A scagliarsi contro la decisione del W3C è stata subito Apple e soprattutto Nokia, che in un lungo paper sostiene l’infattibilità della cosa e come il formato Ogg non sia in realtà libero, ma (come tutti i formati contenitore) soggetto a possibili cause per brevetto. Al pari dei formati AVI o MOV infatti anche l’Ogg può contenere dati con diverse tipologie di encoding e quindi essere non più libero degli altri formati.

«Una standardizzazione secondo le regole del W3C di un codec “gratuito”, o l’appoggio attivo di una tecnologia proprietaria come Ogg, è, secondo noi, non utile alla coesistenza di due ecosistemi (web e video), e quindi non sono la nostra scelta», così l’autore del paper di Nokia Stephan Wenger sintetizza la sua posizione, ribadendo poi come dovrebbe essere il mercato a decidere o al massimo il W3C potrebbe stilare una lista di codec approvati. Wenger dunque avanza anche dubbi sul fatto che si tratti di tecnologie libere, un problema già sollevato dal Wired e che vedrà soluzione unicamente davanti ad un giudice.

Dall’altra parte della barricata ci sono Mozilla e Opera che premono per l’introduzione di un tag specifico per il video e dunque l’incorporazione nei browser di un supporto al video in modo da svincolarli dalla dipendenza dai software di terze parti. Al momento, infatti, per vedere un video su un browser occorre essere dotati dell’apposito plugin: Opera e Mozilla vorrebbero invece far diventare il video come le immagini, un formato visualizzabile senza aiuti esterni e quindi libero (ora i plugin sono gratis ma non i software per fare encoding). Chiaramente in prima fila per l’approvazione ci sarebbe lo standard libero Ogg Theodora.

«Con un codec libero da royalty come base, l’utente può produrre e embeddare i propri video senza dover pagare nessuna tassa per la produzione o diritti per lo streaming» ha dichiarato Chris Double di Mozilla a Pc World.

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