Riaperta la causa tra Google e Hyperphrase

La causa mossa da Hyperphrase contro Google per la violazione di quattro brevetti sarà nuovamente analizzata dalla Corte Federale USA. Decaduti i rilievi su AdSense, permangono numerosi dubbi sul servizio AutoLink
La causa mossa da Hyperphrase contro Google per la violazione di quattro brevetti sarà nuovamente analizzata dalla Corte Federale USA. Decaduti i rilievi su AdSense, permangono numerosi dubbi sul servizio AutoLink

Pare ancora distante da un epilogo definitivo la querelle legale tra Hyperphrase e Google, accusata di aver violato una serie di brevetti per i suoi servizi AdSense e AutoLink. Dopo un riesame della causa legale, una Corte Federale degli Stati Uniti ha infatti riaperto la causa portata nei tribunali da Hyperphrase nel corso dell’aprile di quest’anno. Mountain View era stata chiamata in causa per la violazione di quattro brevetti utilizzati nel servizio di advertising online AdSense e nella funzione AutoLink del motore di ricerca. Ritenuta inizialmente infondata, l’azione legale era stata completamente chiusa dai giudici federali.

Dopo aver analizzato l’azione legale di Hyperphrase, la Corte di Appello dei tribunali federali ha sostanzialmente smentito le decisioni assunte dai giudici nel corso del primo grado di giudizio. Mentre non sussistono alcuni rilievi legali su AdSense, secondo la Corte di Appello la parte della causa inerente alla violazione di alcuni brevetti con AutoLink deve essere nuovamente valutata dai giudici della Corte Federale. Il materiale della causa legale è stato quindi nuovamente trasmesso ai giudici competenti, che dovranno ora riesaminare il caso.

«Siamo molto felici che la Corte di Appello abbia confermato che AdSense non violi alcun brevetto di Hyperphrase. Siamo convinti che i rimanenti rilievi della causa siano destituiti di ogni fondamento, e ci difenderemo con forza da quelle accuse» ha dichiarato Michael Kwun, responsabile della cause legali per Google. La Corte Federale analizzerà nuovamente il caso, ponendo maggiore attenzione sul discusso servizio AutoLink, già accusato in passato di dirottare il traffico Web verso gli inserzionisti di Google.

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