Net Neutrality, Comcast sotto inchiesta

Il secondo provider di connettività degli Stati Uniti sta subendo un processo di investigazione ufficiale mirato a stabilire se siano fondate le molte accuse di discriminazione del traffico peer to peer mosse da molti consumatori
Il secondo provider di connettività degli Stati Uniti sta subendo un processo di investigazione ufficiale mirato a stabilire se siano fondate le molte accuse di discriminazione del traffico peer to peer mosse da molti consumatori

È stata istituita una commissione bipartisan con diversi esponenti dell’House Energy and Commerce Committee con l’incarico di cercare di scoprire per conto della Federal Communication Commission se Comcast sia davvero colpevole delle accuse di mancato rispetto della Net Neutrality.

Risale a Novembre infatti una richiesta da parte di accademici e normali consumatori di verifica delle pratiche attraverso le quali il provider di connettività ad internet via cavo tratta i dati scambiati dai propri clienti. Se davvero dovesse essere accertato che Comcast tratta con priorità (e quindi velocità diverse) differenti tipologie di dati il secondo più importante provider di connettivita degli Stati Uniti potrebbe andare incontro ad una maxi-multa da 195.000$ per ogni soggetto danneggiato.

Ad essere sotto inchiesta in particolare è il traffico dei circuiti peer to peer (specialmente quello effettuato con BitTorrent) molto rallentato secondo i consumatori rispetto al resto. Chiaramente la smentita di Comcast è stata quasi immediata, ma tuttavia solo parziale. La società ha infatti ammesso non di bloccare ma di ritardare alcune tipologie di traffico, una pratica che ritiene necessaria per migliorare la qualità della navigazione della maggioranza dei suoi clienti. Adesso Comcast si è messa a disposizione della FCC pronta a fornire qualsiasi documento o dato possa essere ritenuto rilevante per l’indagine.

Nonostante la FCC abbia fissato delle regole in materia, la dicitura nella policy è stata lasciata volutamente vaga per poter regolamentare quante più situazioni è possibile. Fino ad ora però non era mai capitato di doverla attivamente mettere in pratica. Se dunque dovesse essere rinvenuta qualche evidenza di pratiche di mancata neutralità nel modo in cui sono lasciate transitare diverse tipologie di dati la FCC dovrà mettere in pratica per la prima volta il principio di discrezionalità e ragionevolezza nella distribuzione della banda fatta dai provider. Si troverà cioè praticamente a stabilire quale sia il punto fino al quale un provider si può spingere nell’amministrare l’allocazione delle risorse senza arrivare a infrangere la legge.

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