I politici sono 2.0?

Giacomo Dotta qualche tempo fa aveva trattato l’argomento parlando dei siti dei politici, io parlo di loro in persona.

A Natale mi ha sorpreso non poco apprendere che la Regina Elisabetta d’Inghilterra abbia deciso di aprire un canale dedicato alla casa reale su Youtube (ne ha parlato ieri Daniele Cerra). Una vera innovazione se si considera il tradizionalismo della monarchia inglese. Sembra che il suggerimento sia arrivato dalle nipoti che l’hanno spinta a questo passo per riavvicinare i giovani alla Casa Reale.

Ma tra i leader stranieri c’è anche chi apre un blog: il presidente iraniano Mahmoud Ahmadinejad, ne ha aperto uno che gestisce personalmente e che mantiene costantemente aggiornato. Sul blog sembrerebbe che la censura non sia nemmeno molto marcata e che ci sia, almeno sul web, una qualche libertà di espressione.

A che scopo vi parlo di tutto questo? Senza dubbio per sollevare qualche piccola osservazione sulla situazione italiana, dove il mondo di Internet e quello della politica vengono visti come inconciliabili.
Aprire un blog per dialogare con i cittadini? Una follia. Per molti forse, ma non per tutti.

Vanno contro tendenza solo alcuni, Mastella ne ha aperto uno per dialogare con i cittadini, anche se Beppe Grillo sostiene lo abbia fatto solo per rispondergli direttamente. La verità non la sappiamo.

Antonio Di Pietro tiene convegni su Second Life e ha anche lui un blog nel quale raccoglie riflessioni personali.

A mio modo di vedere si tratta di un’importante svolta a livello comunicativo.
Cominciamo a renderci conto, globalmente, di quanto sia efficace la comunicazione veicolata attraverso Internet e di come sia rischioso rimanerne esclusi.
Credo che in questo 2008 avremo modo di osservare il fenomeno da vicino. Prevedo uno spostamento di massa verso questo tipo di comunicazione.

Voi cosa ne dite? I nostri politici sono o no 2.0?

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