Google contro il Parlamento europeo

Google torna a parlare di privacy e porta la discussione all'interno del Parlamento europeo. La questione è spinosa: collezionare i dati degli utenti comporta semplicemente un servizio migliore o può servire per ottenere vantaggi sulla concorrenza?
Google torna a parlare di privacy e porta la discussione all'interno del Parlamento europeo. La questione è spinosa: collezionare i dati degli utenti comporta semplicemente un servizio migliore o può servire per ottenere vantaggi sulla concorrenza?

Dopo il via libera dato dalla U.S. Federal Trade Commission (FTC) all’acquisizione di DoubleClick, Google è al lavoro per tranquillizzare il Parlamento europeo sull’impatto di tale fusione sulla privacy dei propri utenti. Al centro del dibattito l’utilizzo dei dati relativi ai propri clienti da parte delle grandi compagnie e la preoccupazione che tali informazioni possano essere utilizzate per rafforzare la loro posizione sul mercato. Nettamente contrastante la posizione di Google: collezionare informazioni serve solamente ad offrire un servizio migliore; tuttavia la privacy rimane una questione spinosa, gestibile al meglio solamente grazie alla collaborazione dei governi, dei politici e delle associazioni.

«La privacy è una questione globale che non conosce confini», esordisce Peter Fleischer, global privacy counsel di Google, all’interno del suo blog, intenzionato a spiegare al meglio ai parlamentari europei cosa la società stia facendo per proteggere la privacy dei propri utenti. Il motore desidera operare attraverso i principi di trasparenza e scelta, motivo per cui è stato creato un canale privato su YouTube dedicato alla privacy e pubblicato un booklet (pdf) al cui interno viene illustrata la policy di Google in tale ambito. Tutto ciò non è però sufficiente: la tecnologia è in continua evoluzione ed è necessario valutare continuamente la questione, motivo per cui Fleischer spera che tutti i diretti interessati (governi, politici, associazioni e quant’altri) lavorino assieme allo scopo di trovare una soluzione globale.

Il Parlamento europeo sembra però maggiormente preoccupato dello strapotere del motore di ricerca: «voi volete i dati per ottenere un vantaggio nella competitività», ha dichiarato Sophie in ‘t Veld all’interno del parlamento tedesco: «avere tutte quelle informazioni rappresenta un potenziamento del mercato».

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