Inizia l'era del Blu Ray

Toshiba ha alzato bandiera bianca, dunque le porte del futuro si aprono per lo standard Blu Ray voluto da Sony. Tutto sul formato che porterà l'alta definizione nelle case di tutto il mondo e tutto, soprattutto, sui costi di questa lenta transizione
Toshiba ha alzato bandiera bianca, dunque le porte del futuro si aprono per lo standard Blu Ray voluto da Sony. Tutto sul formato che porterà l'alta definizione nelle case di tutto il mondo e tutto, soprattutto, sui costi di questa lenta transizione

Ebbene sì, il Blu Ray ha vinto. Toshiba ha alzato bandiera bianca, il suo HD DVD passerà soltanto più sui libri di storia dell’informatica ed entro pochi mesi ogni operazione attorno al formato perdente andrà a chiudersi. Il braccio di ferro è stato relativamente breve (se confrontato con alcuni noti precedenti del passato), ma combattuto a colpi di annunci ed investimenti, con una sorta di “caucus” che ha visto poco per volta le case produttrici spostarsi nell’angolo di Sony abbandonando quello di Toshiba.

Il comunicato ufficiale giunge dopo un weekend in cui alcuni rumor avevano già ampiamente preannunciato quello che stava per accadere. Questa fuga di notizie ha aiutato il mercato finanziario permettendo agli azionisti di iniziare a spostare i propri investimenti rivelando in leggero anticipo quelle che erano situazioni ormai prossime all’ufficializzazione. In una sorta di piccolo paradosso la borsa ha premiato Toshiba: inutile buttare altri soldi in una battaglia ormai perduta, meglio concentrarsi su altro (aperti nuovi investimenti in coabitazione con SanDisk). Le azioni Toshiba sono così subito andate al rialzo premiando gli effetti benefici di breve periodo derivanti dalla decisione intrapresa.

L’addio è affidato al Presidente Toshiba Atsutoshi Nishida: «Abbiamo attentamente valutato l’impatto di lungo termine nel proseguimento della cosiddetta “guerra dei formati di nuova generazione” ed abbiamo concluso che una decisione rapida avrebbe aiutato lo sviluppo del mercato». Nishida non nasconde l’amarezza per la conclusione della vicenda ma mette in campo il capitale umano Toshiba per perseguire l’obiettivo di «fare della convergenza digitale una realtà».

Il comunicato spiega inoltre che Toshiba inizierà a ridurre progressivamente la distribuzione dei player HD DVD fino ad una cessazione completa del business entro Marzo 2008. Stesse tempistiche sono previste anche per i supporti HD DVD sul mercato, con garanzie assicurate di assistenza per i clienti pregressi. Toshiba non nega inoltre il proprio apporto allo sviluppo della tecnologia DVD, confermando dunque i propri impegni in qualità di gruppo appartenente al DVD Forum.

Toshiba chiude laconica la propria missiva ringraziando i gruppi collaboranti (Microsoft, Intel, HP) e spiegando che gli asset venutisi a creare nei rapporti tra le parti verranno riciclati in futuro per nuovi progetti. In tutto il comunicato solo una parola chiave non viene mai riportata: “Blu Ray”. Ed è invece “Blu Ray” la parola che più andremo a riportare nelle prossime paginate di questo approfondimento.

  1. La vittoria del Blu Ray su HD DVD
  2. Cos’è il Blu Ray
  3. La guerra con HD DVD
  4. L’importanza della PlayStation 3
  5. Ma ora la sfida è con il web / 1
  6. Ma ora la sfida è con il web / 2
  7. VHS vs Betamax: quella fu un’altra storia
  8. Blu Ray, ma quanto ci costi?
  9. Conclusioni

Nonostante si chiami Blu Ray, la tecnologia messa in piedi da Sony per lo sviluppo di DVD di seconda generazione (più capienti e versatili di quelli usati fino ad ora) utilizza un laser violetto e non esattamente blu. L’accento posto sul colore del laser ha però senso in quanto è proprio questo il principale cambiamento che ha reso possibile l’avanzamento tecnologico.

A partire dall’invenzione dell’omonimo diodo è stato infatti possibile scrivere più in piccolo i dati sulla superficie dei dischi già utilizzati come CD o DVD, poichè il laser blu in questione è più sottile rispetto a quello rosso dei normali masterizzatori. Dunque la questione è prettamente materiale: scrivendo più in piccolo su una medesima superficie entrano più informazioni (nel caso specifico un DVD porta 4,7 Gb di dati e un Blu Ray circa 50 Gb). A partire da questo semplice principio si è partiti per sviluppare gli standard e le tecnologie per l’encoding, la scrittura e la lettura e in questo si sono differenziati i due consorzi: quello del DVD Forum, che ha poi dato vita all’HD DVD, e quello del Blu Ray.

A fare parte della Blu Ray Disc Association, capitanata da Sony, erano rappresentati degli studi di produzione, dell’elettronica di consumo e dell’hardware per computer, dunque lo standard tecnologico è in realtà l’aggregato di diverse tecnologie di proprietà dei diversi membri. Ognuno ha insomma fatto la sua parte e nel 2002, più o meno quando il DVD come lo abbiamo conosciuto fino ad ora viveva il suo momento di massimo successo commerciale, ne è stata ufficialmente annunciata la creazione. Il primo device è arrivato solo un anno dopo e costava 3.800 dollari: si trattava chiaramente di un esperimento, la tecnologia non era stabile e il prodotto sarebbe poi cambiato molto nel corso degli anni.

Uno dei primi problemi ad esempio era nel fatto che il laser non andava sufficientemente in profondità, dunque le informazioni venivano scritte troppo vicino alla superficie che dunque diventava sensibilissima ad ogni forma di danneggiamento (tanto che i dischi erano utilizzabili solo in speciali custodie trasparenti, un accorgimento che sarebbe stato abbandonato poco dopo quando fu sviluppata meglio la tecnologia in modo da scrivere le informazioni alla profondità giusta). Tuttavia dal punto di vista tecnico le cose più importanti ancora da venire erano la compressione e i DRM, cioè un sistema di protezione digitale che assicurasse la non copiabilità dei contenuti del disco e che quindi consentisse alle case di produzione di entrare nel business sentendosi sicure di poter distribuire i loro film anche in quel formato senza rischiare.

La compressione non fu un grande problema e anche se inizialmente per comprimere si utilizzò il codec MPEG-2, il medesimo usato per i DVD di prima generazione, dopo pochi mesi si passò direttamente ai codec VC-1 e AVC più efficenti e tutt’ora utilizzati.

I DRM invece arrivarono nella forma del formato di protezione AACS, un formato poco solido e poco maturo la cui adozione finale nel 2006 fu dettata soprattutto dall’esigenza di tenere il passo con lo standard rivale arrivato sugli scaffali molto prima. Le protezioni AACS furono crackate in pochissimo tempo, facendo forza sulle debolezze non tanto dello standard quanto di alcuni programmi (come WinDVD) che contenevano le chiavi per farsi autenticare. L’introduzione del sistema BD subito dopo invece non è stata ancora superata e si è dimostrata molto efficace. Si tratta di una piccola virtual machine che consente a chi deve inserire i contenuti di accludere anche piccoli programmi nei dischi che possono compiere operazioni come esaminare il player che deve riprodurli per assicurarsi che non sia stato compromesso, verificare che non siano state cambiate le chiavi di decriptaggio (che era il problema con l’AACS), eseguire del codice per eventualmente porre rimedio per sistemi poco sicuri e infine trasformare contenuti audio/video di modo che parte delle informazioni non siano visualizzabili senza tale trasformazione.

Spesso quando una nuova tecnologia sta per vedere la luce ci sono diversi produttori che insieme ne sviluppano esemplari diversi, la cosa tuttavia non sfocia sempre e necessariamente in una rivalità. Molte volte, infatti, gli standard sono così diversi da risolvere l’uno problemi che l’altro non riesce a gestire e viceversa, cosa che spiana la strada ad un accordo tra le parti per dare vita insieme ad un nuovo standard unico. Così accadde per i primi DVD, riuniti dal DVD Forum sotto un unico standard che gli ha garantito un più agile successo mentre per la seconda generazione non si è trovato il medesimo accordo.

Nell’agosto del 2005 fu data notizia che la Blu Ray Disc Association e il DVD Forum non erano giunti ad una sintesi e non ci sarebbe stato nessun formato unico ma due diversi standard che inevitabilmente si sarebbero dati battaglia fino alla morte di uno dei due. E all’inizio entrambi i player si erano mossi bene sul mercato dividendosi in maniera abbastanza equa l’appoggio di studi di produzione diversi, partner tecnologici (Microsoft da una parte Apple dall’altra) e device supportati.

Fu l’HD DVD di Toshiba ad arrivare primo sul mercato a causa dei molti ritardi di produzione del Blu Ray di Sony, un bel vantaggio che, con il senno di poi, fu mal sfruttato anche in virtù di un nome meno accattivante. HD DVD non fece immediata presa sul pubblico come Blu Ray e il vantaggio del primo arrivato fu ben presto colmato.

Il problema semmai era un altro e comune ad entrambi, cioè la difficoltà nel vendere i lettori. L’innovazione rispetto al DVD tradizionale non è infatti così grande (o almeno non grande come il salto che c’è stato da VHS a DVD), i prezzi abbastanza alti, i televisori HD poco diffusi e in più gli early adopters erano anche bene a conoscenza del fatto che era in corso una guerra di formati e che quindi conveniva non prendere posizione per non rimanere scottati.

I lettori si sono venduti nell’ordine delle centinaia di migliaia in tutto il mondo (molto poco) e la situazione sembrava poco propensa a smuoversi dato che le vendite continuavano a rimanere sostanzialmente paritarie. Anche dopo la massiccia uscita di molti titoli in alta definizione è cambiato poco. Il mondo della fruizione informativa, quello dell’istruzione, l’industria del porno e tutti gli altri focolai che solitamente fanno da apripista per le nuove tecnologie erano o restii ad iniziare o equamente divisi tra i due consorzi.

A decidere tutto, sbilanciando i rapporti di forza, è stata allora la Playstation 3. La console di Sony, che partecipava ad un’altra guerra parallela, è infatti arrivata sul mercato con grandissimo ritardo rispetto alle rivali (quasi un anno) proprio per colpa della ferma volontà della Sony di inserirvi dentro un lettore Blu Ray.

La Playstation 3 non ha dunque potuto vedere la luce fino a che non era pronto il laser blu di Sony e quando lo ha fatto aveva prezzi astronomici. Ciò ha fatto sì che i primi mesi di vita dell’erede della PS2 siano stati molto difficili dal punto di vista delle vendite, cosa di cui ancora risente. Tuttavia una console per quanto non vada bene si vende nell’ordine dei milioni e non delle centinaia di migliaia. Nonostante quindi la poca fortuna della console Blu Ray, in pochi mesi aveva di fatto posizionato un proprio lettore in alcuni milioni di nuclei familiari. Le differenze si notarono subito guardando le vendite dei film in Blu Ray rispetto ai numeri macinati dalla controparte HD DVD.

Ad ogni modo all’origine il “fattore console” non era stato trascurato nemmeno dal DVD Forum il quale aveva pensato di inserire un lettore HD DVD nella console del proprio partner tecnologico, Microsoft. La Xbox360 avrebbe infatti dovuto fare il lavoro della PS3 ed esserne il contraltare, ma la volontà di Redmond di andare subito sul mercato (cosa che poi è stata una manna per la strategia della società nella guerra delle console) ha fatto sì che la sua console non montasse di default un lettore HD DVD, lo si doveva comprare a parte. Facendo così il DVD Forum ha fallito nel differenziare l’acquisto di una console con lettore incorporato dal comprare un normale lettore: è mancata la componente di cavallo di Troia.

Schizzate le vendite dei film in Blu Ray gli studi di produzione hanno cominciato a farsi delle domande su quale fosse il cavallo più giusto su cui puntare e quando la Warner da che distribuiva i suoi film in dischi HD DVD ha pensato che in realtà la strada per la vittoria passava per i Blu Ray e ha abbandonato il DVD Forum per lo standard di Toshiba (rimasto anche con un parco film esiguo) c’è stato poco da fare per prevenire la morte.

All’indomani dell’accordo tra Warner e Blu Ray e dell’imminente declino del formato HD DVD, Steve Jobs chiamato ad inaugurare il servizio di noleggio film via iTunes ha espresso un pensiero molto chiaro. Blu Ray ha vinto, ma non ha smesso di lottare: finita la battaglia per essere il formato dei DVD di nuova generazione ora dovrà vedersela con il download dalla rete.

Del resto tutto il nostro futuro prossimo tecnologico è destinato ad essere all’insegna della sfida tra materialità e immaterialità dei contenuti, un conflitto per il quale la musica ha fatto solo da apripista e che si misura nel contrasto tra esigenze dei consumatori e volontà di apertura di chi deve fornire i contenuti. Non ha fatto dunque in tempo ad affermarsi il Blu Ray che subito comincia un’altra corsa: quella per cominciare ad entrare nelle abitudini di fruizione dei consumatori prima che lo diventi il download (se non lo è già diventato).

Finchè infatti scaricare legalmente film era un’operazione limitata più che altro all’acquisto e il noleggio era limitato a poche piattaforme con un parco titoli non eccezionale, il problema è stato relativo (più grosso era quello del download illegale). Ma ora che Apple è entrata nel mondo del noleggio e che i film sono (o saranno ben presto) molti, in buona qualità e accessibili da casa ad un prezzo modico, non sarà facile la vita per i DVD di nuova generazione affittati sullo scaffale di un negozio da raggiungere in macchina. Meglio fare un click dal divano oppure fare qualche chilometro nel freddo delle serate invernali?

Certo molti sono ancora i passaggi che il commercio via file deve fare per raggiungere una stabilizzazione: deve risolvere la questione del libero utilizzo di ciò che si è acquistato, quella della portabilità, quella del prezzo e quella della lotta con la pirateria. È però evidente dal consumo illegale che si fa di musica e film come ci sia sete di contenuti in forma immateriale e come l’abitudine al download e alla visione attraverso pc (o device collegato al pc) si stia consolidando.

Per contestualizzare bene la sfida occorre fare un minimo di previsione per uno scenario probabile. Mentre il mondo del noleggio o dell’acquisto di DVD facilmente non cambierà rimanendo sostanzialmente quello che è (la più grande rivoluzione recente l’ha portata Netflix servizio comunque disponibile solo negli Stati Uniti), il mondo del download legale ancora deve mettere a punto tutto il suo modello di business e di fruizione.

In prima linea c’è Apple come è già stato per l’audio. Dopo un po’ di sperimentazione con i meccanismi della vendita dei film (che non va alla grande) da Cupertino intendono replicare il modello “hardware software” che ha dato il successo all’iPod e ad iTunes utilizzando la Apple TV, che nella seconda versione è un vero e proprio decoder stand alone che senza bisogno di computer si connette ad iTunes, affitta, scarica e visualizza sul televisore. Non è ancora il device perfetto ma poco ci manca, e se il parco film dovesse essere a livello del parco musicale sembra difficile che la Apple TV possa passare alla storia come un insuccesso.

Tuttavia c’è anche un altro elemento che sta ormai emergendo con forza dal contrasto tra contenuti materiali e immateriali e cioè che il materiale non sarà in ogni caso soppiantato dall’immateriale. Sempre di più è evidente come al fiorire di un consumo di intrattenimento sotto forma di file, questo sia per sua natura più economico, rapido ed episodico, sia in sostanza accettabile anche in una qualità leggermente inferiore. Ciò accade anche per l’esistenza stessa del supporto materiale che è più completo, più bello a vedersi e ad aversi. Succede dunque che pure se si scarica musica (legalmente o illegalmente) ci sono delle cose che una persona mediamente appassionata desidera possedere fisicamente, dei dischi o dei DVD che vuole essere sicuro di avere nelle libreria e saperli lì.

Succede quindi che autonomamente il mercato si vada differenziando proponendo contenuti in forma “degradata” attraverso i file, distribuiti rapidamente in rete a poco prezzo per una fruizione svelta e contenuti di qualità più alta attraverso formati fisici, conditi con foto, una bella grafica confezioni più costose e necessariamente in edizioni più limitate.

Dunque al momento sembra molto probabile che la guerra tra download e Blu Ray sarà non solo lunga e lenta ma anche “fredda” e destinata a non raggiungere una piena soluzione per resa di una delle due parti come è stata quella con HD DVD. Sarà con tutta probabilità solo una delle molte dimensioni in cui il digitale e la distribuzione a costo zero attraverso i file e la rete entrano sempre di più nel mercato dell’intrattenimento, l’unico dominato dal desiderio di fruizione e da quello di pagare poco, anzi niente.

Una delle cose che sono state subito evidenti quando nell’Agosto del 2005 fu data notizia che HD DVD e Blu Ray si sarebbero sfidati per il ruolo di formato per i DVD di alta definizione alla stessa maniera di come negli anni ’80 si sfidarono Betamax e VHS era proprio che la sfida non sarebbe stata come quella tra Betamax e VHS. Nonostante i paragoni tra i due duelli siano stati ripetuti su tutte le principali testate ad ogni occasione, era abbastanza chiaro che la sfida non poteva essere condotta nella medesima maniera poichè non solo il contesto tecnologico era cambiato, non solo la tecnologia in questione era un’altra ma anche il pubblico era cambiato e soprattutto c’era già stata quella sfida, i due contendenti non avrebbero più ripetuto gli errori fatti da Sony con il Betamax.

Per chi ancora non ne abbia mai sentito parlare, il formato di videocassette a nastro Betamax era superiore al rivale VHS e arrivò sul mercato per primo, tuttavia non si affermò. A vincere la guerra fu il rivale sponsorizzato da un consorzio capitanato da JVC. I motivi della vittoria furono molti e diversi fra loro ma si possono schematicamente identificare secondo tre principali direttrici: prezzo, accordi con gli studi di produzione (che includono anche quelli del cinema porno) e capacità di registrazione.

La Sony con il suo Betamax non credeva tantissimo che le videocassette a nastro potessero essere vendute con i film sopra e ci puntò poco, il VHS invece vendeva film da tutti gli studi più un cospicuo numero di titoli porno. Similmente il Betamax, che puntava sulla funzione di registratore dalla televisione, non aveva calcolato l’inettitudine degli utilizzatori e vendeva cassette vergini da massimo 2 ore per garantire una buona qualità anche a scapito del prezzo dove però spesso non entravano tutti i contenuti registrati. Il VHS invece si inventò un modo per ampliare lo spazio registrabile su un nastro (registrando in diagonale e non in verticale) e vendette a meno cassette da 4 ore.

Dunque la prima cosa che Sony e Toshiba hanno fatto dopo l’Agosto del 2005 è stato prendere contatti con gli studi di produzione, con il mondo del porno (anche se all’inizio Blu Ray ebbe delle difficoltà) e immettere subito dei masterizzatori come primi lettori. In questo modo all’alba della sfida già i motivi di similitudine con la guerra Betamax/VHS erano esauriti e per le tre direttrici che avevano determinato la vittoria del formato VHS i due standard erano nella medesima posizione.

Certo poi alla fine la differenza l’ha fatta l’appoggio della Warner ad uno dei due formati e dunque il fatto che il parco titoli Blu Ray fosse diventato migliore e più ampio (come fu per VHS), ma il cambio di fronte dello studio di produzione hollywoodiano è stata la conseguenza e la dimostrazione di una superiorità (commerciale) del formato Sony che già vendeva molti più dischi del rivale e non un elemento che ha causato la superiorità. Se dunque la guerra Betamax/VHS per il formato video analogico da salotto ha insegnato a tutti la supremazia dei contenuti sulla tecnologia si può dire che quella tra HD DVD e Blu Ray ha insegnato che nell’era moderna i lettori si moltiplicano e un medesimo contenuto può essere fruito su più piattaforme differenti.

Guerre di mercato a parte, la decisione di Toshiba è destinata ad avere pesanti ripercussioni anche e soprattutto sulle persone e sulla vita di tutti i giorni. Infatti saranno molte le persone costrette a capire il Blu Ray per confrontarsi con la nuova tecnologia e con le interpretazioni necessarie per operare un passaggio razionale al mercato dell’alta definizione.

Perchè è questo il mercato a cui occorre guardare: l’alta definizione. L’utenza spesso acquista sulla base del proprio budget cercando di ottenere il massimo dal proprio acquisto. Ma spesso tali scelte non sono razionali, anche perchè la complicazione tecnologica che viene a crearsi nel passaggio da una tecnologia “vecchia” ad una “nuova” richiedono un substrato di cultura tecnologica notevole. Quanti possessori di televisione Full HD oggi sanno come sfruttare appieno le qualità del proprio televisore, acquistato a suon di migliaia di euro? Pochi, molto pochi.

Per accedere a pieno titolo ai film registrati su Blu Ray (in alta definizione) occorrerà ora dunque dotarsi di due accessori: un lettore Blu Ray ed un televisore Full HD. Per il primo la spesa si aggira sui 300/400 euro (499 dollari il BDP-300 della Sony), ma l’ipotesi di una PlayStation 3 a 400 euro circa è ad oggi ancora l’opzione migliore per un nucleo famigliare medio. Per quanto concernente il televisore, è facile giungere vicino e oltre i 2000 euro (questi i prezzi dei nuovi Acquos o Samsung), ma i prezzi sono in questo caso in caduta verticale sostenuti solo da un continuo miglioramento tecnico che in breve tempo ha portato a vette altissime la qualità di immagine dello strumento televisivo (peraltro sempre più sottile e ormai vero e proprio feticcio da arredamento).

I lettori HD DVD sarebbero costati ai consumatori molto meno (nulla cambia invece relativamente alla televisione HD, strumento utile in entrambi i casi). Non sono però stati i consumatori a scegliere: avere una PS3 in casa non è stata nella maggior parte dei casi una scelta dovuta al lettore Blu Ray incorporato, ma la differenza nei numeri ha portato le case produttrici tutte da una parte, così i contenuti, così (conseguentemente) l’utenza. E la storia è stata scritta. Ora si prevede un tempo di circa 5 anni prima che il Blu Ray surclassi definitivamente anche l’attuale formato dominante DVD, tempo durante il quale vendite di film, lettori e televisori feconderanno vicendevolmente i rispettivi mercati portando progressivamente le famiglie ad un cambio completo della propria attrezzatura tecnologica. Per i lettori il prezzo è presto destinato a calare (facendo parallelamente scendere l’appetibilità della PS3, per la quale da tempo si ipotizzano nuovi tagli del prezzo), tendenza al ribasso che in larga parte andrà a braccetto con l’adozione del formato da parte del mercato di massa.

Chi ci guadagnerà di più da tutto ciò saranno presumibilmente i detentori dei brevetti sulla tecnologia Blu Ray: il passato insegna che il mercato non ha pagato equamente gli attori coinvolti, ed in questo caso il margine di utile potrebbe essere ridotto rispetto ai DVD a causa dell’arrembante presenza del mercato dei download a minare il lucro possibile.

Quattro i nomi maggiormente esposti: Sony, Panasonic, Pioneer e Warner. Sony è accreditata del 30% della proprietà intellettuale relativa al Blu Ray, fetta a cui va aggiunto l’introito derivante dalla vendita dei player già sul mercato. Le royalties andranno più in generale agli appartenenti alla Blu-ray Disc Association, gruppo di cui fan parte in misura diversa nomi quali Apple, Dell, HP, LG, Sharp, Samsung, Walt Disney. Ogni singolo lettore Blu Ray sul mercato, insomma, contribuirà in parte alla salute dell’associazione e dei suoi membri, anche se non è possibile valutare a priori quanto la cosa possa generare autentici introiti per tutte le parti coinvolte (il Blu Ray fa parte di una famiglia estesa e le contrattazioni interne sono destinate a stabilire in che modo la torta vada spartita).

Alcuni interrogativi finali: chi ha comprato un lettore HD DVD ora cosa deve pensare? Microsoft passerà anche al Blu Ray quanto prima pur di ostacolare il percorso di inseguimento della PS3 sulla Xbox 360?

Inutile, invece, chiedersi se del Blu Ray ne avevamo veramente bisogno. Il bisogno si scatena normalmente solo dopo aver visto quel che si può avere dalla tecnologia, e questo perchè cambia nel tempo il concetto stesso del “bisogno”. No, evidentemente non ne avevamo strettamente bisogno. Però ne avremo bisogno ben presto, perchè così va il mondo. La corsa al ricambio inizierà presumibilmente il prossimo Natale, momento in cui l’avventura del Blu Ray colonizzerà definitivamente gli scaffali di tutto il pianeta.

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