Quarterlife: successo sul Web, flop in TV

Sul web un successo, in TV un clamoroso flop. La vicenda del serial Quarterlife è di quelle che fa riflettere. Quarterlife è stato uno dei primi serial diffusi esclusivamente via web su MySpace.Tv, poi visto il grande successo in Rete (circa circa 100.000 visioni a episodio per un totale di 6 milioni di spettatori), è approdata in televisione, su Nbc.

La NBC aveva annunciato a Novembre di aver acquistato i diritti di Quarterlife e di essere in procinto di mandarla sulla TV tradizionale.

Ma l’ascolto della sua prima diffusione televisiva, il 26 febbraio scorso, è stato bassissimo, inferiore a ogni più pessimistica previsione: 3,1 milioni di spettatori per un rating dell’1,3%. L’indice di ascolto più basso raggiunto in quella fascia oraria (10 di sera) negli ultimi vent’anni, secondo i dati della Nielsen. La NBC è corsa immediatamente ai ripari spostando la serie sul canale via cavo Bravo, dove verranno programmati gli episodi successivi. La versione sul web era composta da 36 episodi della durata di circa 8 minuti ciascuno, che sono stati rimontati per la tv in 6 episodi di 42 minuti.

Quarterlife è scritto da da due nomi illustri di Hollywood, Marshall Herskovitz e Ed Zwick, autori di altre serie televisive di successo tra cui ThirtySomething, alla fine degli anni ’80, e anche produttori di My-So-Called-Life a metà anni ’90. Ricordiamo anche che sono gli scrittori del recente Blood Diamond (2006) con Leonardo di Caprio, pellicola di cui lo stesso Zwick è stato regista.

Quarterlife è un prodotto pensato per la fascia giovanile, la cui storia ruota attorno ai problemi un gruppo di giovani artisti ventenni, in particolare la giovane protagonista Dylan Krieger e il suo videodiario. Elemento caratteristico della serie è che tutti i personaggi utilizzano un social network, tipo, MySpace, chiamato nella fiction “Quarterlife”. Una sorta di melanconico ritratto della “blog generation”, ma che non sembra però interessare molto la TV population.

Accanto al sito su MySpace è stato creato anche un sito ufficiale Quarterlife.com: che oltre a trasmettere la serie, propone un social network, dove i gli utenti “creativi” possono pubblicare i propri lavori chiamati UGQ (User Generated Quarterlife).

Quali le ragioni del flop televisivo? Diverse le teorie elaborate, ma sintetizzabili essenzialmente in due posizioni:

  • Gli spettatori della televisione e della Rete sono diversi e non si aspettano le stesse cose;
  • L’audience interessata alla serie lo aveva già visto in Rete per cui il pubblico potenziale si era esaurito.

Un episodio, questo del flop di Quarterlife, che, credo, lascerà il segno su autori e produttori televisivi ad essere più cauti e guardinghi nel mescolare Web e TV.

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