Il CIO preme sulla Cina per liberare il Web

Nel corso delle Olimpiadi di Pechino, la Cina dovrà garantire pieno e libero accesso a Internet. A ribadire la condizione irrinunciabile per il regolare svolgimento dei Giochi è il Comitato Olimpico Internazionale, preoccupato per le vicende tibetane
Nel corso delle Olimpiadi di Pechino, la Cina dovrà garantire pieno e libero accesso a Internet. A ribadire la condizione irrinunciabile per il regolare svolgimento dei Giochi è il Comitato Olimpico Internazionale, preoccupato per le vicende tibetane

Navigare liberamente in Rete in Cina non è certo un’impresa semplice. Ciclicamente e per motivi disparati, crisi politiche interne o problemi di ordine pubblico, come le recenti vicende in Tibet, spingono spesso il governo di Pechino a bloccare temporaneamente Internet, consegnando al silenzio gli organi di stampa dissidenti e le decine di milioni di cinesi che ogni giorno utilizzano il Web. Alle pressioni delle organizzazioni umanitarie e per la libertà di stampa, impegnate da anni per rendere Internet in Cina una risorsa libera e accessibile come in gran parte del resto del mondo, si è unito in questi giorni l’appello del CIO, il Comitato Olimpico Internazionale.

Per l’istituzione olimpica, almeno nel periodo dei Giochi, la Cina dovrà garantire una piena libertà della Rete ai giornalisti accreditati e a tutte le delegazioni accorse per disputare le Olimpiadi. Secondo Kevan Gosper, consigliere nella commissione deputatata alla coordinazione per il CIO, eventuali blocchi di Internet nel corso dei giochi olimpici potrebbe riflettersi molto pesantemente sull’intera reputazione del paese destinato a ospitare l’evento sportivo. «Anche nel corso della riunione di questa mattina abbiamo discusso e insistito ancora. Desideriamo che i giornalisti possano operare con la medesima libertà di cui hanno goduto nel corso dei Giochi precedenti» ha dichiarato Gosper.

Il consigliere del CIO ha poi ricordato come il governo di Pechino abbia sottoscritto un impegno vincolante per garantire pieno e libero accesso alla Rete agli oltre 30,000 giornalisti accreditati, e non, che avranno il compito di raccontare le Olimpiadi a tutto il mondo. In seguito alle pesanti restrizioni registrate nei giorni più intensi della contestazione tibetana, il Comitato Olimpico Internazionale ha voluto ribadire la condizione irrinunciabile della libertà di stampa alle autorità cinesi. Per voce di Kevan Gosper, il CIO si è comunque dichiarato ottimista e fiducioso di vedere accolte pienamente le richieste avanzate nel corso degli ultimi incontri al governo di Pechino.

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