Pubblicità sui cellulari, un potenziale inespresso

Il business legato alla pubblicità sui cellulari è in continuo fermento grazie al proliferare dei dispositivi mobili in grado di navigare su Internet ma permangono numerosi ostacoli da affrontare affinché i messaggi risultino efficaci
Il business legato alla pubblicità sui cellulari è in continuo fermento grazie al proliferare dei dispositivi mobili in grado di navigare su Internet ma permangono numerosi ostacoli da affrontare affinché i messaggi risultino efficaci

La pubblicità sui cellulare offre un enorme potenziale, tuttavia il fenomeno non ha ancora visto la sua massima espressione a causa di alcune difficoltà legate al mezzo attraverso cui sono veicolate e al timore di risultare eccessivamente invasiva nei confronti di un pubblico non ancora ‘educato’ a ricevere tale tipologia di messaggi. Tuttavia il business legato ai messaggi pubblicitari su dispositivi mobili cresce in tutto il mondo, seppur non esprimendo ancora tutte le sue potenzialità, passando dagli 1,7 miliardi di dollari del 2007 a 2,7 miliardi previsti per fine 2008. Alcune ricerche condotte da importanti società del settore hanno cercato di portare alla luce punti di forza e debolezze di un mercato ancora tutto da scoprire.

Secondo una ricerca effettuata da Ipsos Mori e commissionata da T-Mobile, più di un terzo delle persone aventi una età compresa tra i 16 e i 34 anni gradisce ricevere messaggi pubblicitari in cambio di contenuti gratuiti quali musica e giochi, con una percentuale potenzialmente ancora superiore nelle fasce di età più basse. Inoltre, più di metà del campione si è dimostrato entusiasta all’idea di poter ricevere informazioni locali basate sulle loro necessità mentre circa la metà di chi già ha sperimentato la pubblicità sul proprio cellulare gradirebbe poter interagire con essa. In conclusione, i risultati sembrano essere allineati a quanto emerso tempo addietro dal Mobile Advertising Report di Nielsen Mobile: «la ricerca evidenzia come i consumatori siano felici di interagire con i marchi se ottengono qualcosa in cambio in linea con i loro interessi», ha dichiarato Lysa Hardy, responsabile europeo per Internet on mobile and entertainment di T-Mobile. «I consumatori hanno un rapporto quasi affettivo con gli apparecchi mobili nelle loro tasche quindi i pubblicitari non devono interferire in questa relazione», ha aggiunto Hardy. «Creare fiducia, essere sensibili alla privacy e trattare il pubblico mobile con rispetto risulta vitale».

Una nuova ricerca condotta da Gartner ha cercato di fotografare la situazione del mercato legato alla pubblicità su dispositivi mobili. Entro tre anni ci si aspetta un business dal valore di 13 miliardi di dollari grazie al proliferare degli smartphone, alle interfacce utente sempre più sofisticate e ad altri fattori in grado di rendere i messaggi pubblicitari sempre meno intrusivi. Allo stesso tempo però sono stati posti in evidenza alcuni ostacoli sui quali l’industria dovrebbe soffermarsi: l’immaturità degli standard, la presenza di diverse piattaforme e il rischio di invadere privacy degli utenti, nonché l’importanza di offrire un facile accesso ai contenuti ricevuti. «La maggior parte dei problemi verranno risolti nel corso dei prossimi due anni», afferma Gartner nel suo report, «ma la domanda più importante rimane: i consumatori accetteranno i messaggi pubblicitari? I marchi e gli inserzionisti guadagneranno dalla pubblicità via mobile?».

Secondo Tole Hart, research director a Gartner, servirebbero delle strategie innovative, quali la riduzione del numero di tasti richiesti per accedere alle informazioni ricevute, l’utilizzo della fotocamera per accrescere l’esperienza e la in particolar modo la rilevanza, poiché l’apparecchio su cui vengono ricevuti i messaggi pubblicitari viene visto appunto come qualcosa di molto personale.

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