Contratto a progetto: ecco alcuni approfondimenti

Negli ultimi anni, alle varie forme di contratto proposte dalle aziende (part-time, a tempo determinato o indeterminato, ecc) si è aggiunta una nuova formula che sempre più, sopratutto nelle aziende del settore informatico, si sta diffondendo; stiamo parlando del contratto a progetto.

Ma cos’è questo contratto a progetto, così utilizzato dalle aziende negli ultimi anni? Per definirlo, ci viene incontro la rete che, in sostanza, ci offre la seguente definizione:

“È un’attività (anche produttiva) identificabile e collegata a un risultato. Può essere connessa a un’attività accessoria, ma anche principale dell’impresa. Il giudice non può sindacare le ragioni tecniche, organizzative e produttive sulla base delle quali il datore di lavoro ha scelto di stipulare un contratto a progetto.”

Oltre a questa definizione, va aggiunto che i lavoratori a progetto (detti anche co.co.pro.) sono considerati dalla legge italiana come dei lavoratori autonomi e, di conseguenza, non subordinati all’azienda.

Per ciò che concerne gli aspetti pratici nell’atto di stipulazione del contratto, quest’ultimo deve avere obbligatoriamente forma scritta. Questa novità, introdotta tramite decreto legislativo, permette, in caso di contenzioso, di dimostrare la presenza del progetto.

Il contratto, al suo interno, deve necessariamente comprendere la durata, il contenuto del progetto, la retribuzione e quindi i criteri di pagamento, le modalità del coordinamento con il datore di lavoro e le tutele nei confronti del lavoratore.

Andando ad approfondire quanto appena detto in merito ai dati necessari per l’inizio del rapporto lavorativo, va detto che la durata del contratto non è sottoposta a termini legislativi ed è quindi a scelta delle parti.

Anche la retribuzione è posta in mano a chi discute il contratto, mentre, per quanto riguarda il tipo di progetto da specificare, esso non deve necessariamente riguardare la produzione di un intero prodotto, ma può comprendere anche un solo momento del processo produttivo.

Spero di essere stato esauriente, nello spiegare un aspetto del mondo del lavoro che, negli ultimi tempi, si sta diffondendo sempre più nelle aziende italiane e sopratutto in quelle del mondo ICT. Naturalmente niente esclude che io abbia dimenticato degli aspetti e quindi, a voi la parola in merito alle vostre esperienze.

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