Marketing quantistico e principio di indeterminazione

Nel 1926, il fisico tedesco Heisenberg, gettando le basi delle teorie rivoluzionarie della nuova fisica dei primi anni del ‘900, meglio conosciuta come meccanica quantistica, affermava l’impossibilità di conoscere contemporaneamente, in maniera precisa, sia la posizione che la velocità di una data particella.

Questo perché, più ci avviciniamo nella conoscenza della prima, più la seconda si allontana dalla nostra comprensione e dai nostri calcoli deterministici.

Questo principio, noto come “Principio di indeterminazione di Heisenberg“, portò alla consapevolezza che tutto è probabilità e che la nostra realtà, cosi come le nostre scelte o azioni, soggiacciono a leggi probabilistiche e pertanto non determinabili se non considerandole appunto all’interno di questo sistema fisico fatto di onde di probabilità.

Certamente in questo momento vi starete chiedendo che ci azzecca la fisica quantistica con il marketing, ma se avrete un attimo di pazienza vi condurrò con me in una riflessione interessante.

Partendo dal presupposto che un piano di marketing ben congegnato, non possa prescindere dal considerare tre variabili fondamentali all’interno di un sistema di probabilità quali:

  • analisi della concorrenza;
  • strategia operativa;
  • previsione dei flussi.

Vedete che il problema qui diventa veramente curioso. Ragionando in termini di probabilità dovrei tirare per forza in ballo le statistiche. Ottima cosa, no? Ma poi che probabilità ho che quel dato risultato si verifichi? Da qui non se ne esce.

Mi metto al lavoro: analizzo la concorrenza, tiro le somme, mi ripropongo di applicare una strategia di email marketing per fidelizzare vecchi e nuovi clienti e mediante newsletter cerco di prevedere i flussi di entrata, magari utilizzando Google Analytics.

Poi vengo a sapere che un tizio di mia conoscenza, stando poche ore collegato in rete, nel frattempo ha coltivato l’antica arte della socializzazione applicando inconsapevolmente e senza saperlo, tecniche di buzz marketing, ottenendo un successo al di là di ogni previsione.

Sembrerebbe allora che il marketing quantistico esista davvero, che niente è determinato e che bisogna pescare nel mare delle probabilità? Ci siamo.

Ritornando ad Heisenberg e alla meccanica quantistica, sapete quale fu la costante che poi ha fatto pendere l’ago della bilancia da una parte o dall’altra? L’osservatore.

Per meglio dire, la persona che sta osservando il movimento della particella e che può influire sul suo percorso. Il fattore umano può collassare un’onda di probabilità in una particella reale e fare la differenza.

Tecniche, statistiche, prospezioni: tutto molto valido e funzionale, ma non dimentichiamoci dell’uomo che riposa nell’ombra.

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