Patto sulla privacy per i dati sanitari online

Per rassicurare gli utenti e incentivarne l'adesione ai loro servizi, i principali operatori nella gestione dei database online per l'archiviazione dei dati sanitari hanno firmato un accordo per garantire la tutela della privacy. Ma i timori restano
Per rassicurare gli utenti e incentivarne l'adesione ai loro servizi, i principali operatori nella gestione dei database online per l'archiviazione dei dati sanitari hanno firmato un accordo per garantire la tutela della privacy. Ma i timori restano

Il futuro delle cure mediche sembra essere destinato a passare sempre più attraverso il Web. Nel corso degli ultimi mesi i due colossi statunitensi dell’informatica, Microsoft e Google, hanno approntato una serie di servizi online per consentire ai loro utenti di raccogliere in un unico luogo virtuale tutte le informazioni sulla loro storia clinica. Una iniziativa particolarmente interessante, che ancora una volta dimostra la crescente pervasività della Rete in ogni aspetto della nostra vita, e che però non ha mancato di destare alcune perplessità.

Numerose associazioni attive nella tutela della privacy hanno, infatti, sollevato molte critiche nei confronti dei servizi per l’archiviazione delle proprie informazioni sanitarie online. Il timore è che i sistemi approntati per protegge dati così sensibili non siano sempre sufficientemente sicuri e in grado di garantire agli utenti un servizio distante da occhi indiscreti e dal pericolo di intrusioni, con la conseguente diffusione di informazioni riservate a società senza particolari scrupoli. In più di una occasione, sia Microsoft che Google, le due società che al momento hanno approntato i progetti di maggiori rilievo nel settore, hanno cercato di rassicurare i propri utenti garantendo connessioni sicure e database blindati per scongiurare possibili intrusioni non autorizzate.

Con l’intento di incentivare l’utilizzo dei loro servizi online per la salute, i due colossi dell’informatica, assieme ad altre società attive nel medesimo settore, hanno sottoscritto un patto in cui vengono sanciti gli standard minimi per garantire un sufficiente livello di privacy ai loro utenti. L’accordo include una serie di requisiti necessari per gestire le informazioni sanitarie caricate dai pazienti sui database online, vincoli cui le società dovranno attenersi con particolare attenzione.

Microsoft, Google e altre compagnie minori si impegnano ad approntare procedure di verifica incrociate tese a controllare il flusso e l’utilizzo dei dati sui loro database e a rafforzare i loro sistemi di sicurezza scongiurando possibili intrusioni nei database per sottrarre o distruggere i dati degli utenti. Gli operatori del settore si sono, inoltre, impegnati a non fornire a nessun costo le informazioni in loro possesso a terzi, in particolar modo alle società interessate a conoscere lo stato psicofisico di un candidato prima di procedere alla sua assunzione. Il patto da poco stipulato dovrebbe fornire ulteriori garanzie agli utenti, che potrebbero dunque attivare nuovi account per archiviare le loro informazioni sanitarie online con meno remore.

La questione non suscita unicamente interesse nelle associazioni a tutela della privacy: il Congresso degli Stati Uniti ha infatti intenzione di regolamentare con un quadro normativo apposito il settore, ancora frammentato e dunque maggiormente esposto alla perdita, colposa o voluta, di dati sensibili. L’intenzione del legislatore statunitense sarebbe quella di approntare una serie di norme tese a incentivare l’utilizzo dei database sanitari online, che possono offrire un ampio margine nel risparmio di tempo e risorse, ma solo a patto di garanzie particolarmente efficaci sul lato della privacy. Il tema della protezione dei dati personali potrebbe essere dunque cruciale e tale da rallentare non poco i lavori per l’elaborazione di una nuova legge, di cui i cittadini degli States sentono sempre più l’esigenza.

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