Yahoo, ecco il Piano B

Tra Yang e Icahn si frappone Jackson. Tra i due litiganti, il terzo propone una formula a metà che mischia le due proposte, conferma Yang ai vertici e auspica una soluzione per tornare ad approcciare Microsoft. Nasce così per Yahoo il Piano B
Tra Yang e Icahn si frappone Jackson. Tra i due litiganti, il terzo propone una formula a metà che mischia le due proposte, conferma Yang ai vertici e auspica una soluzione per tornare ad approcciare Microsoft. Nasce così per Yahoo il Piano B

Con l’avvicinarsi del 1 agosto e delle votazioni per il nuovo board del gruppo, si fanno sempre più serrate le manovre per accaparrarsi il voto degli azionisti (e per logica conseguenza una figura centrale nelle trattative che hanno avvicinato Microsoft a Yahoo nei mesi scorsi). Carl Icahn è stato il primo: si è opposto a Jerry Yang, ha creato una corrente alternativa, ha polarizzato la sfida, ha acceso la battaglia per la leadership del gruppo (prima incontrastata e nelle mani del fondatore). Ma oggi sembra esserci spazio anche per figure terze, in grado di inserirsi a metà per cercare i voti del “centro”.

L’ipotesi è quella per cui il rifiuto di Yang non sia ben accetto da tutti, ma allo stesso tempo la radicalità dello scontro cercata da Icahn potrebbe non essere gradita ai più. Per questo motivo ecco nascere il terzo incomodo che progetta per Yahoo un “Piano B“. A capo della nuova cordata v’è Eric Jackson, manager Ironfire Capital, il quale conta già sull’appoggio di 150 piccoli azionisti aventi in mano qualcosa come 3.2 milioni di azioni.

«È divenuto chiaro nelle ultime due settimane che molti azionisti siano riluttanti a supportare l’intera lista delle nomine di Icahn»: il piano B, quindi, prevede un mix tra le due soluzioni sul campo per ottenere alla fin fine un mix composto da 5 membri del Board of Director attuale e 4 membri nominati da Icahn. La proposta di Jackson giunge con un supporto tutto sommato scarso, ma rappresenta tuttavia una alternativa praticabile che tiene alta l’attenzione sulle manovre in corso. Per meglio rappresentare i rapporti di forza, va considerato il fatto che Jackson può contare su 3 milioni di azioni circa, mentre ad esempio sotto il nome Legg Mason si annidano 60.7 milioni di azioni pronte a schierarsi dalla parte di Jerry Yang («Crediamo che il Board attuale si sia mosso con attenzione nel valutare le offerte Microsoft […] Crediamo che il Board sia indipendente e focalizzato nella creazione del miglior valore di lungo periodo per gli azionisti»).

Originale la proposta di Jackson: ipotizza un Yahoo senza Yang, ma lo vuole per ora ancora nel Board. Lo affianca poi solo a metà della sua squadra e prevede che con questa configurazione i rapporti con Microsoft potrebbero essere riallacciati senza strappi ulteriori. Per portare avanti la sua proposta, Jackson ha predisposto anche un riferimento apposito sotto il cappello di “You can choose” con il quale sta raccogliendo fiducia presso la base del piccolo azionariato. Le comunicazioni di Icahn e Yang sembrano però avere maggior peso persuasivo e le grandi leve che sposteranno il voto difficilmente potranno allinearsi contro quello che, più che un Piano B, sembra essere un piano “C”. Ovvero l’ultima delle possibilità.

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