Pronti i primi test del peer to peer del futuro

P2P-Next, che ha appena ricevuto 20 milioni di euro in sovvenzioni dall'Unione Europea, è all'opera sul miglioramento dei protocolli di BitTorrent per lanciare la tv in streaming via internet. Un progetto a lunghissimo termine
P2P-Next, che ha appena ricevuto 20 milioni di euro in sovvenzioni dall'Unione Europea, è all'opera sul miglioramento dei protocolli di BitTorrent per lanciare la tv in streaming via internet. Un progetto a lunghissimo termine

È ormai opinione condivisa il fatto che la tecnologia peer to peer per lo streaming video attraverso internet presto sostituirà gli attuali sistemi di trasmissione televisiva e dei tanti che stanno studiando possibili future soluzioni il gruppo più agguerrito, P2P-Next, lancia ora l’applicazione test SwarmPlayer.

A capitanare il progetto c’è Johan Pouwelse, il quale ha passato un anno intero a studiare dall’interno il funzionamento dei protocolli BitTorrent per portarli ad una nuova dimensione. La sua P2P-Next ha così ricevuto un finanziamento di 20 milioni di euro da parte dell’Unione Europea, la quale si aspetta dal gruppo la quarta generazione del peer to peer da usare a scopi televisivi.

SwarmPlayer una volta scaricato consente la comunicazione attraverso il medesimo protocollo di BitTorrent, sia in download che in streaming (sia in entrambe le modalità). Gli show scaricati possono anche essere visionati a mano a mano che il download avviene, senza attendere il caricamento completo. Il problema semmai al momento è come ne potrebbe risentire la qualità dell’immagine al crescere degli utenti connessi in contemporanea.

P2P-Next non è di certo il solo gruppo al lavoro sulle possibili migliorie al protocollo ma, per fondi, modalità di lavoro e intuizioni, è il nome emergente del settore. A dimostrazione di ciò v’è il fatto che SwarmPlayer si concentra su alcune componenti solitamente escluse dagli studi sui protocolli di BitTorrent quali lo streaming (se non per qualche eccezione). Ora, però, per i test necessiterà di qualche migliaio di volontari in più rispetto ai 20 ricercatori all’opera ad oggi su piattaforme Windows, Mac e Linux.

Per un’adozione di massa di tale tecnologia sarà necessaria comunque l’approvazione di chi produce elettronica di consumo oltre che un aumento della banda a disposizione degli utenti (specialmente in upload, tramite connessioni simmetriche tecnologicamente differenti dall’usuale ADSL). P2P-Next potrebbe però soffrire fin da subito di un importante problema spiegato in primis da Pouwelse per Ars Technica: «Non ci sono dubbi che la TV passerà attraverso internet in pochi anni. Ma sappiamo bene che quello che stiamo facendo può essere usato per diffondere materiale pirata».

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