Trimestrale Yahoo, meno peggio del previsto

Yahoo passa indenne la trimestrale. Le previsioni erano pessimistiche, ma nonostante tutto è andata meno peggio di quanto ipotizzabile alla vigilia. Per questo motivo il titolo cade prima e recupera poi. Ed ora riflettori puntati sul rinnovo del Board
Yahoo passa indenne la trimestrale. Le previsioni erano pessimistiche, ma nonostante tutto è andata meno peggio di quanto ipotizzabile alla vigilia. Per questo motivo il titolo cade prima e recupera poi. Ed ora riflettori puntati sul rinnovo del Board

Il titolo Yahoo è da tempo in preda ad alti e bassi dettati dall’umore di giornata di azionisti sballottati tra Yahoo, Yang e Ballmer. Da tempo, inoltre, i dati finanziari deludono la base deterimando un ribasso interrotto solo dall’offerta Microsoft. Da tempo la strada è spianata per Google, mentre i meccanismi di Sunnyvale sembravano troppo rugginosi per tornare a macinare danaro. Nella settimana in cui tutti i big crollano in occasione della trimestrale, anche per Yahoo ci si attendeva un tracollo fisiologico. Ma così non è stato: il peso della trimestrale è stato assorbito in anticipo, la santa alleanza tra Icahn e Yang ha contribuito ad attutire il colpo ed ecco che, nonostante i numeri deludenti presentati a Wall Street, l’azienda esce dall’after-hour con un 2.76%.

La giornata in borsa era finita per Yahoo a -1.25%, chiaro segno di insofferenza e di sfiducia. Eppure «il gruppo ha lavorato bene in un difficile contesto, pensiamo possano arrivare ancora molte buone notizie», così Yang ha dipinto il quadro della situazione. La sua descrizione è però evidentemente difensiva del lavoro operato e del valore del gruppo, perchè la realtà non è certo rosea nonostante qualche sfumatura positiva. Non a caso l’analista Colin Gillis descrive a Forbes la stessa situazione come «non grandiosa, ma non totalmente orribile comunque».

I numeri: il gruppo ha incassato nel trimestre di riferimento 131 milioni, 9 centesimi per azione, in caduta del 18% rispetto ai 161 milioni (11 centesimi) dell’anno precedente. 11 centesimi era anche la previsione degli analisti Thomson Financial per i risultati presentati nella notte, il che descrive sostanzialmente il lato nero della medaglia. La situazione risulta essere peraltro aggravata dalla battaglia interna generata dall’offerta Microsoft, costata ad oggi complessivamente 36 milioni di dollari (e la votazione per il rinnovo del Board deve ancora arrivare) su un introito lordo trimestrale di 1.8 miliardi ( 6% rispetto agli 1.7 miliardi dello stesso trimestre dell’anno fiscale antecedente). Depurato della somma dovuta ai partner, il lordo scende a 1.35 miliardi, ovvero almeno 20 milioni in meno rispetto alle previsioni.

Le previsioni per il trimestre in corso sembrano accondiscendenti nei confronti delle stime degli analisti: 1.78/1.98 miliardi di netto su 7.35/8.85 miliardi di lordo. Yang durante la conferenza di presentazione dei dati finanziari s’è detto disponibile a discutere ogni soluzione plausibile per portare valore agli azionisti (egli stesso detiene il 3.9% del pacchetto azionario del gruppo) e la trattativa con Microsoft è ovviamente la parte preminente della posta in palio. Al momento, però, di concreto v’è solo l’accordo con Google: se l’antitrust darà il via libera per Yahoo è previsto un “boost” da 800 milioni annui derivante dalla gestione esterna di parte degli spazi pubblicitari disponibili.

Passato anche lo scoglio della trimestrale, a Yahoo ora non resta che affrontare il rinnovo del top management previsto per il 1 agosto. La lista è stata composta e non sembrano esserci dubbi relativamente al rinnovo, ma nelle ultime ore una nuova voce si è inserita a turbare la calma apparente ritrovata: la Glass Lewis & Co. ha raccomandato agli azionisti di non votare 3 membri specifici della lista trasversale Icahn/Yang. L’ostracismo è stato portato avanti nei confronti di Roy Bostock, Ron Burkle ed Arthur Kern, accusati di «non aver effettivamente prestato servizio agli azionisti».

In questo contesto risultano di scarsa efficacia le parole di incoraggiamento con cui Yang tenta di esprimere il proprio attaccamento alla società da egli stesso fondata: «sono eccitato come mai di guidare questo gruppo. Abbiamo come un senso di urgenza nel creare valore. I nostri azionisti ed il Board sono uniti in questo». Yang chiude l’intervento autoconfermandosi alla guida del gruppo anche per i mesi a venire e promuove nel contempo anche il suo (forzato) alleato Icahn: «È una persona molto intelligente. È chiaramente un ottimo negoziatore». Dai suoi giudizi Yang esclude però i tentativi di cessione pregressi, ancor oggi bocciati nonostante tutto. Va ricordato come in passato Microsoft abbia proposto a Yahoo una transazione totale del gruppo al prezzo di 33 dollari per azione (prezzo in seguito ulteriormente alzato). In giornata le azioni YHOO apriranno a Wall Street a quota 22 dollari circa.

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