Giro di vite sulla pirateria in UK per lettera

Il governo britannico ha ottenuto dai principali ISP una maggiore collaborazione per contrastare la condivisione di file protetti da copyright sulle reti p2p. I provider invieranno lettere di avvertimento ai loro clienti e potranno limitarne la banda
Il governo britannico ha ottenuto dai principali ISP una maggiore collaborazione per contrastare la condivisione di file protetti da copyright sulle reti p2p. I provider invieranno lettere di avvertimento ai loro clienti e potranno limitarne la banda

Il governo della Gran Bretagna sembra essere determinato a combattere la pirateria musicale online con regole maggiormente rigide e una migliore coordinazione tra gli Internet Service Provider (ISP). L’esecutivo britannico ha infatti da poco messo in campo una nuova serie di soluzioni tese a diminuire drasticamente il numero di download illegali di file musicali, attuati negli ultimi anni da almeno sei milioni e mezzo di sudditi di Sua Maestà.

Grazie a una lunga, e non semplice, trattativa con i principali ISP operanti in Gran Bretagna, il governo ha ottenuto un accordo di massima che vedrà i fornitori di servizi internet impegnati al fianco della British Phonographic Industry per contrastare la pirateria musicale online. British Telecom, Virgin Media, Orange, Tiscali, BskyB e Carphone Warehouse parteciperanno al progetto, attuando politiche di dissuasione nei confronti dei loro clienti che utilizzeranno le connessioni per scambiare senza i dovuti permessi i file musicali online, principalmente attraverso le reti peer-to-peer.

Secondo la British Phonographic Industry, infatti, gli ultimi anni di download illegali di musica dalla Rete avrebbero apportato un serio danno economico ad autori e artisti, che avrebbero già perduto l’incasso di milioni di sterline. Stando ai dati forniti dalla BPI, nei prossimi cinque anni le major discografiche operanti nel Regno Unito potrebbero subire un danno economico stimabile in almeno un miliardo di dollari. E proprio per scongiurare tale eventualità, il governo britannico si sarebbe interessato direttamente della questione ottenendo l’aiuto degli ISP.

La tecnica di persuasione utilizzata dai fornitori della connettività sarà simile alla strategia già impiegata autonomamente da Virgin, che da alcuni mesi con la sua controllata Virgin Media ha cercato di limitare il download illegale di file musicali dalla Rete, mentre altri provider avevano comunicato la loro formale adesione alle richieste della BPI, ma senza dare il via ad azioni concrete degne di nota. I clienti colti a scaricare e condividere senza i dovuti permessi file coperti da copyright riceveranno a casa una lettera da parte del loro ISP, che li avviserà dell’avvenuta infrazione, ventilando una possibile limitazione di banda nel caso di nuovi download effettuati illegalmente.

Fino a poco tempo fa, la maggior parte degli ISP si era dichiarata contraria alla possibilità di dover inviare lettere di avvertimento ai clienti, ma le ipotesi di leggi ad hoc maggiormente severe da parte del governo britannico sarebbero state sufficienti per far cambiare registro ai fornitori di connettività. Oltre all’invio delle lettere, gli ISP si sono anche formalmente impegnati per attuare nuove politiche e strategie tese a ridurre sensibilmente la condivisione di materiale protetto da copyright sulle reti peer-to-peer. Di concerto con l’Ofcom (Office of Communications), gli ISP elaboreranno un vero e proprio piano di azione e un regolamento per mantenere le medesime politiche nei confronti dei loro clienti colti a scambiare materiale coperto da diritto d’autore.

Ancora da definire i possibili provvedimenti da prendere nei confronti di chi condivide materiale coperto da copyright. Dopo tre avvertimenti ricevuti via lettera, per esempio, gli utenti potrebbero subire pesanti limitazioni per quanto concerne il loro accesso alla Rete, così da limitarne l’attività online. Produttori di contenuti e ISP avranno inoltre il compito di educare maggiormente la loro utenza sul diritto d’autore e sulla condivisione dei file sulle reti p2p. Il governo britannico ha infine invitato le major discografiche e gli operatori del settore dell’intrattenimento ad ampliare l’attuale scelta commerciale online, rendendo la vendita di musica e film maggiormente concorrenziale e vantaggiosa per gli utenti.

L’accordo raggiunto tra BPI, ISP e istituzioni governative ha neutralizzato una recente proposta di legge, che prevedeva il pagamento di una vera e propria tassa annuale da comminare agli internauti britannici. Le 30 sterline pagate annualmente sarebbero state utilizzate per ripagare artisti e autori, consentendo dunque agli utenti di scaricare in maniera legale (in virtù del forfettario) file musicali e film.

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