Quando la mela fa flop: la console Pippin

Siamo talmente abituati (soprattutto negli ultimi tempi) al successo di Apple, che riesce difficile immaginare come a Cupertino siano riusciti a confezionare degli insuccessi… eppure è accaduto (e anche più di una volta), come avvenne per la piattaforma di gioco Pippin

Sviluppata da Apple a metà degli anni novanta, Pippin si basava su un processore PowerPC 630 a 66 MHz e utilizzava una versione modificata del Mac OS, inoltre era dotata di un CD-ROM 4X e di una scheda video con uscita TV, in modo da essere collegata direttamente alla televisione: l’intento era ovviamente quello di realizzare un computer prevalentemente orientato al gaming, strizzando l’occhio ad Internet, ma capace di essere, più generalmente, una stazione multimediale.

Se questo vi ricorda qualcosa di familiare, non state sbagliando: probabilmente state pensando a PlayStation 3, Nintendo Wii e XBox 360 che, un po’ come Pippin, vogliono essere sì delle piattaforme videoludiche, ma con tante altre funzionalità.

Ma se oggi PlayStation e XBox riscuotono tanto successo, perché il progetto Pippin è stato, invece, fallimentare? L’idea era ovviamente buona ma forse un po’ in anticipo con i tempi, in più bisogna considerare alcune scelte (sbagliate) fatte da Apple.

Innanzitutto il sistema operativo: prima di tutto, il dover eseguire una versione del Mac OS, rendeva sicuramente meno performante Pippin rispetto all’agguerrita concorrenza (sul mercato erano già presenti Nintendo 64, Sony PlayStation, e Sega Saturn, macchine espressamente progettate per i giochi e dunque molto più soddisfacenti dal punto di vista delle prestazioni); inoltre rimanere vincolati a Mac OS, significava comunque avere a disposizione un parco giochi limitato.

Probabilmente un altro errore fu rappresentato dalle scelte commerciali; Apple, piuttosto che produrre la console, decise di vendere la licenza per produrre l’hardware: l’unico produttore ad acquistarla fu Bandai, mentre i grandi produttori di videogiochi la snobbarono.

Altro elemento a sfavore di Apple fu il prezzo: per quanto Pippin costasse decisamente meno di un Macintosh, il suo costo risultava comunque molto più elevato (pensate che il suo prezzo di lancio, fu di 599$!) rispetto alle console concorrenti, soprattutto alla luce delle sue prestazioni.

Lanciata nel 1995, la Bandai Pippin fu venduta in circa 42.000 esemplari nell’arco di due anni, dopo di che ne venne cessata la produzione.

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