P2P in calo, l'alternativa è lo streaming

Da alcune indagini sui dati di ISP minori e dalle dichiarazioni di guadagni di molti servizi di streaming video risulta come nell'ultimo anno il peer to peer abbia perso utenze a favore proprio della trasmissione, in molti casi legale, in diretta
Da alcune indagini sui dati di ISP minori e dalle dichiarazioni di guadagni di molti servizi di streaming video risulta come nell'ultimo anno il peer to peer abbia perso utenze a favore proprio della trasmissione, in molti casi legale, in diretta

In più di dieci anni di lotta alla pirateria sembra che qualcosa abbia minimamente cominciato a muoversi. E se è accaduto, non è stato certo grazie alle molte cause e alla strategia della paura, ma grazie semmai ad un’offerta più illuminata, completa e legale.

Secondo un’analisi redatta da Ars Technica che si appoggia a dati provenienti da Plus.net riguardo il traffico degli ISP, emerge come nell’ultimo anno sia decisamente salito il traffico in streaming a scapito di quello in P2P. Certo il file sharing continua a dominare ma si è registrata (in paesi come il Regno Unito, non certo l’Italia che non ha alternative al peer to peer) una flessione da 13,4Tb al giorno di un anno fa ai 12,2Tb giornalieri attuali.

L’emergere di servizi interessanti, ben fatti e completi come Hulu o iPlayer hanno sicuramente avuto un’influenza fondamentale (non a caso hanno registrato ottimi incassi anche in termini commerciali), portando gli utenti verso una fruizione legale, non in quanto tale, ma in quanto più comoda, veloce ed esaustiva.

Dal punto di vista degli Isp non cambia molto, la mole di traffico è più o meno la medesima sia che si tratti di P2P che di streaming, ma cambia tantissimo per chi i servizi li gestisce e per chi fornisce i contenuti in quanto ora inizia a vedere un ritorno economico. Ed anche nei casi di streaming con modalità illegali (vedi nei casi di materiale illecitamente portato su YouTube) la situazione è migliore: se non altro ci si trova di fronte ad un fenomeno all’aria aperta e non ad un sottobosco.

Per il nostro paese rimane la speranza che simili risultati, se portati avanti con continuità e in grado di dimostrare una forma di guadagno accettabile, potrebbero stimolare qualche forma di imitazione e soprattutto di investimento consistente.

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