Google è ben posizionato per superare la crisi

La crisi dei mercati è destinata ad abbattersi anche e pesantemente sull'advertising online (così come su quello offline). In questo quadro, però, Google sembra essere meglio posizionato rispetto alla concorrenza grazie al search advertising
La crisi dei mercati è destinata ad abbattersi anche e pesantemente sull'advertising online (così come su quello offline). In questo quadro, però, Google sembra essere meglio posizionato rispetto alla concorrenza grazie al search advertising

La pubblicità online è destinata a subire un inevitabile contraccolpo dalla crisi che sta attanagliando i mercati internazionali. Le aziende maggiormente esposte, pertanto, dovranno pagar pegno per i minori investimenti che sono destinati a giungere nel comparto. Ciò nonostante, non sarà Google (leader del settore) a pagar dazio con peggiori ricadute: il gruppo è infatti ben posizionato mentre un gruppo come Yahoo potrebbe essere messo a dura prova.

Il giudizio è quello di Ben Schachter, analista UBS Securities. Una analisi sullo stato di salute di Google, Yahoo, eBay e ValueClick, infatti, ha restituito risultati incoraggianti fino ad oggi, ma ben poco rosei per i prossimi mesi. Il mese di settembre potrebbe essere stato quello della svolta al ribasso, ed ora l’intero comparto deve prepararsi al peggio. Google, però, ha un punto di forza: il search advertising. L’ambito specifico, infatti, potrebbe uscirne meglio rispetto ad omologhe forme di pubblicità e pertanto Google potrebbe perdere minor capitalizzazione rispetto alla concorrenza.

Pesanti comunque le stime UBS. Secondo Schachter il target price di Google su proiezione annuale scende da 700 a 525 dollari; per Yahoo il calo è da 28 a 20 dollari; eBay stimato a 18 dollari contro i 28 precedenti. ValueClick da 13 a 8 dollari. Il calo, però, non colpirà solo il settore online, anzi: entrerà in difficoltà anche la pubblicità offline, il che potrebbe ulteriormente accelerare il passaggio verso nuove forme di advertising incoraggiando a conti fatti gli inserzionisti a scegliere con maggior intraprendenza la pista dell’advertising online.

Nel frattempo nuove ipotesi suggeriscono la remota possibilità di un ritorno di fiamma di Microsoft su Yahoo. Tale remota suggestione sarebbe però dettata solo da una forma logica: essendo caduto così in basso il valore delle azioni del’azienda di Sunnyvale (addirittura sotto quota 13 dollari durante l’ultima seduta, un livello mai toccato negli ultimi 5 anni), Ballmer potrebbe decidere per una nuova offensiva a prezzo di vantaggio. 22 dollari è la proposta che giunge direttamente da parte della proprietà: Mithras Capital Partners, azionista con lo 0.14% della proprietà, ritiene che un premio del 74% sul valore odierno sarebbe cosa ampiamente accettabile.

I fatti smentiscono però ogni orizzonte di transazione. Non solo Microsoft ha dato il via ad una imponente quanto coraggiosa azione di buyback, ma Yahoo sembra anche essere in febbrili trattative con AOL (proprio in queste ore) per valutare l’ipotesi di una fusione tra le parti. A questo consesso è sicuramente interessato Ballmer in quanto su AOL si concentrano le attenzioni di tutti (Google in primis, in quanto partner e proprietario al 5%). Nessuna ipotesi Microhoo, comunque: le azioni scendono ma nulla lascia ipotizzare clamorose acquisizioni in un momento tanto instabile per l’intero mercato.

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