Tecnofobia: dall'UE il monito contro l'iPod

Come accade periodicamente la musica ascoltata in cuffia è accusata da studi diversa provenienza di causare danni irreparabili all'udito nei giovani che l'ascoltano a volume troppo alto anche per poco tempo. Ora però è partita anche una class action
Come accade periodicamente la musica ascoltata in cuffia è accusata da studi diversa provenienza di causare danni irreparabili all'udito nei giovani che l'ascoltano a volume troppo alto anche per poco tempo. Ora però è partita anche una class action

Come periodicamente accade tornano alla ribalta delle principali testate i risultati di studi scientifici volti a dimostrare il pericolo per l’udito costituito dalla musica ascoltata in cuffia che di volta in volta prende il nome del lettore portatile più venduto. Da qualche tempo tocca all’iPod sentirsi accusare di rendere sorda una generazione, ma prima fu il turno del Walkman.

Oggi è un team di nove esperti del Comitato Scientifico sui Rischi per la Salute Nuovi ed Emergenti presso l’Unione Europea a rilasciare dati che fomentano la tecnofobia. Secondo il report diffuso dall’Herald Tribune l’ascolto anche di solo 5 ore a settimana di musica (o comunque suoni) a volumi elevati può portare a gravi danni per l’udito di cui ci si accorge ad anni di distanza. Se dunque un adolescente dovesse continuare ad ascoltare musica a volume troppo alto potrebbe sviluppare problemi di udito come il tinnitus verso i 25 anni.

Sono circa 500 milioni le persone che in 27 stati europei ascoltano giornalmente musica su lettori portatili e la percentuale a rischio di danni permanenti oscillerebbe tra il 5 e il 10% cioè tra i 2,5 e i 10 milioni di individui.

L’ascolto ottimale, suggerisce un altro studio del 2004, dovrebbe aggirarsi intorno ad un’ora al giorno e ad un volume che non superi i 90 decibel (circa il 60% del livello di volume di un normale lettore mp3). Sopra tale volume, per esempio, si va oltre il livello di rumore legalmente consentito sul posto di lavoro e considerato quindi illegalmente dannoso.

Come spesso capita c’è chi non ha perso tempo e si è subito avvantaggiato di tali studi. Un uomo della Louisiana ha infatti citato in giudizio Apple in una class action, accusando la compagnia di non aver adeguato i suoi lettori alle regolamentazioni in materia di volume. Gli iPod infatti arrivano a produrre suoni a più di 115 decibel mentre secondo l’accusa tale suono dovrebbe essere limitato a 100 decibel.

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