Anche i consumatori contro Googlehoo

Il Public Interest Group si è schierato contro l'accordo tra Google e Yahoo per l'advertising online. L'associazione dei consumatori teme eccessivi rischi per la privacy. Microsoft, intanto, attende la decisione del DOJ prima delle prossime mosse
Il Public Interest Group si è schierato contro l'accordo tra Google e Yahoo per l'advertising online. L'associazione dei consumatori teme eccessivi rischi per la privacy. Microsoft, intanto, attende la decisione del DOJ prima delle prossime mosse

Dopo essere stato nel mirino del Dipartimento di Giustizia americano e della World Association of Newspaper, ora il patto per l’advertising tra Google e Yahoo desta le critiche del Public Interest Group (PIRG), una associazione dei consumatori statunitense contraria al piano varato dalle due società per gli annunci pubblicitari online. Secondo il gruppo, l’accordo potrebbe portare a gravi lesioni della privacy nei confronti degli utenti.

Attraverso una lettera inviata a un procuratore generale degli Stati Uniti, il PIRG ha comunicato la propria contrarietà al patto tra Google e Yahoo, che da sole controllano circa l’80% dell’intero settore dell’advertising legato alla ricerche sul Web. Per l’associazione dei consumatori, il nuovo piano strategico di Googlehoo obbligherà le altre società concorrenti a raccogliere maggiori informazioni sugli utenti per cercare di sopperire alla schiacciante concorrenza di Google e Yahoo.

«L’accordo proposto induce gli altri soggetti attivi negli annunci contestuali per le ricerche a ricorrere a tecniche invasive sul lato della privacy tali da compromettere la riservatezza dei consumatori online» scrive il PIRG nella lettera indirizzata a Michael Mukasey, procuratore generale degli Stati Uniti. Attraverso questa iniziativa, l’associazione dei consumatori cerca indirettamente di attuare ulteriori pressioni nei confronti del Dipartimento di Giustizia, che proprio in queste settimane sta valutando la bontà dell’accordo sull’advertising tra Google e Yahoo e l’eventuale presenza di rilievi dal punto di vista delle leggi per la concorrenza.

In attesa del pronunciamento dell’istituzione statunitense, continuano a rincorrersi voci e indiscrezioni su un possibile ritorno di fiamma di Microsoft, ancora interessata a Yahoo e a impedire un accordo con Google che potrebbe rivelarsi deleterio sul piano del paid search. Secondo alcuni rumors, parte del consiglio di amministrazione di Yahoo avrebbe riallacciato i rapporti con Redmond, eventualità accolta con favore da analisti come Imran Khan di JP Morgan. Nel caso di un rifiuto per il patto tra Google e Yahoo da parte del Dipartimento di Giustizia, la società di Sunnyvale potrebbe decidere di affidare il suo asset delle ricerche a Microsoft. Secondo Khan, questa soluzione potrebbe consentire a Yahoo di abbandonare un settore nel quale ha perso circa il 9% della propria influenza in appena due anni, per potersi così specializzare in specifici servizi da fornire sia alle utenze business che a quelle consumer.

L’affidamento del settore delle ricerche a Microsoft potrebbe, inoltre, fruttare a Yahoo qualcosa come 725 milioni di dollari su base annua, con un risparmio dovuto all’esternalizzazione pari ad almeno 1,4 miliardi di dollari. Infine, sempre secondo Kahn, libera dall’impegnativo comparto delle ricerche online, la società di Sunnyvale potrebbe definire meglio la sua identità specialmente nel competitivo settore dell’advertising. Eventualità che sembrano cogliere l’interesse di un discreto numero di membri del board di Yahoo, ma al momento subordinate alle decisioni del Dipartimento di Giustizia sull’accordo con Google.

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