Philips, la frenata dei consumi gela i conti

Philips accusa il colpo della crisi economica e abbassa le previsioni a medio termine annunciando che i target di redditività al 2010, presentati in aprile, non saranno raggiunti.

Il settore dell’illuminazione e quello dell’elettronica di consumo non stanno dando i risultati sperati, tanto che la società ha anche anticipato la svalutazione di circa 1,1 miliardi di euro delle quote in suo possesso nella coreana LG Display e nel produttore olandese di semiconduttori Nxp.

La stangata era prevedibile e il management non si è fatto prendere alla sprovvista, correndo ai ripari con un piano di risparmio che porterà nel quarto trimestre oneri di ristrutturazione complessivi a 340 milioni di euro, 110 milioni più del previsto.

Per il quarto trimestre, Philips prevede che i ricavi della divisione medica saranno compresi fra 2,25 e 2,35 miliardi (da 1,951 miliardi dello stesso periodo del 2007), quelli dell’elettronica di consumo fra 2,8 e 3 miliardi (da 3,262 miliardi), mentre la divisione illuminazione dovrebbe attestarsi fra 1,825 e 1,925 miliardi di euro di fatturato (da 1,659 miliardi).

Il settore medico sembra essere l’unico a non soffrire: il peso dei ricavi della divisione sul totale di gruppo è stato pari nel terzo trimestre al 28,5%, contro il 41,6% dell’elettronica e del 28,1% dell’illuminazione.

Vista la difficile situazione dell’economia, Philips ha dovuto rinunciare all’ambizioso obiettivo di raddoppiare l’Ebita per azione nel 2010 rispetto al 2007, lasciando però intendere che il target sarà solo spostato nel tempo senza essere totalmente abbandonato.

Nel 2007 l’Ebita in numero assoluto era stato pari a 2 miliardi di euro e l’obiettivo al 2010 sarebbe stato di circa 4 miliardi, ipotizzando uno stesso numero di azioni.

Philips aveva indicato lo scorso aprile che i ricavi sarebbero cresciuti con un tasso di crescita medio annuo del 6%, mentre l’Ebita margin sarebbe stato compreso fra il 10-11%.

Un risultato frutto dell’alta marginalità stimata nel settore medico (15-17%), dell’illuminazione (12-14%) e dell’elettronica (8-10%).

Qualcosa però è andato storto, come dimostrano anche le brutte notizie arrivate da Nokia che ha tagliato le stime sul mercato dei cellulari per il quarto trimestre dell’anno, ora stimato in meno di 330 milioni di unità.

Nel 2009 il primo produttore al mondo di telefonini prevede un calo dei volumi nell’ordine del 5%.

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