Riflessioni a margine del fenomeno Facebook

Poche chiacchiere e poche presentazioni: il “social-network” numero uno al mondo non ne ha bisogno. La “Digital Mass” di Internet ha eletto Facebook come proprio baluardo di espressione.

Mi piacerebbe in questa sede fare alcune riflessioni non tanto sul fenomeno in sé, quanto sulla portata che questo fenomeno sta attualmente avendo sulla vita concreta (non virtuale) di tutti i giorni.

Che conseguenze ha? Vi siete mai fermati a pensarlo?

C’è chi scherza elencando i motivi per cui non iscriversi al servizio, ma domandiamoci una cosa: è possibile davvero rimanerne fuori del tutto?
Questa è la primissima riflessione. Sembra che tale servizio abbia raggiunto una determinata massa critica che continuando ad aumentare esponenzialmente arriva a coinvolgere chiunque e non solo i diretti interessati.

Se ne parla come momento di socializzazione: le persone si ritrovano a verbalizzare di quello accade in rete e si ritrovano a discuterne dedicando al servizio uno spazio mentale molto ampio.

In questo modo, non si ha solo il tempo dedicato all’attività online, ma anche quello di spazio off-line. Le vecchie distinzioni cessano di esistere.

Personalmente non ho mai trovato un servizio che fosse così invasivo (e pervasivo). La situazione non credo accenni a diminuire.

Sono dell’opinione che sia un fenomeno da analizzare attentamente scientificamente, non sia solo qualcosa di passeggero o di relegabile al mondo dell’ICT.

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