Don't be evil, RIAA: gli ISP ti aiuteranno

La RIAA ha annunciato di aver deciso l'abbandono della strategia della pressione legale per combattere la pirateria. La RIAA non molla la presa, però: sono in atto trattative con gli ISP per giungere ad un approccio soft con gli utenti viziosi
La RIAA ha annunciato di aver deciso l'abbandono della strategia della pressione legale per combattere la pirateria. La RIAA non molla la presa, però: sono in atto trattative con gli ISP per giungere ad un approccio soft con gli utenti viziosi

Dopo oltre 35mila denunce ed una campagna offensiva durata un quinquennio, la RIAA tira i remi in barca e medita nuove strategie per combattere la pirateria online. È confermato, infatti, il trend che vede il mercato dei CD in costante depauperamento a fronte di un mercato della musica online in costante ascesa. Quest’ultima, però, va in qualche modo aiutata e l’ostacolo della pirateria rimane una piaga limitativa per il relativo business online.

La scelta della RIAA, però, non rappresenta certo una bandiera bianca sventolante, anzi. L’associazione che raccoglie le principali case discografiche USA ha intenzione di coinvolgere nella battaglia un nuovo attore con cui da tempo si stanno tessendo specifici accordi e dal quale la nuova era riparte. La RIAA al proprio fianco avrà ora gli Internet Service Provider, o almeno quelli affiliati, e saranno gli stessi ISP ad intromettersi tra le parti generando un mediatore che stemperi il problema intervenendo alla radice.

Gli intenti esplicati al Wall Street Journal sono sufficientemente chiari: la RIAA segnalerà agli ISP gli utenti accusati di condivisione illegale di materiale protetto. Gli ISP a loro volta contatteranno più volte il responsabile, ne rallenteranno la connessione ed arriveranno infine alla disconnessione completa. Molti i lati ancora oscuri della vicenda: non si sa, innanzitutto, quali siano gli Internet Service Provider coinvolti; non si sa, inoltre, quali siano gli incentivi che la RIAA ha scovato per portare gli ISP dalla propria parte dopo che da anni la categoria si è rifiutata di stare tra incudine e martello rappresentando per i clienti un controllore oltre che un fornitore di servizi.

Le vie legali per la RIAA hanno funzionato solo nelle fasi iniziali: migliaia di denunce contro anonimi, in varie ondate, avevano generato un certo clima di paura tra gli utenti, ma il sistema è risultato in seguito essere ingestibile a livello legale. Troppe problematiche nei processi, troppe falle nel sistema di identificazione dei responsabili, costi troppo alti a fronte di risultati concreti oggettivamente scarsi. La RIAA ha anche rischiato di perdere l’appoggio delle major, trovandosi a portare avanti una strategia che, soprattutto dal punto di vista comunicativo, si faceva giorno per giorno sempre più scomoda ed ingestibile.

L’annuncio della RIAA avviene nelle ore stesse in cui l’MPAA sta portando avanti tre nuove denunce contro siti che indicizzano i file torrent per favorire il download tramite P2P. Le parti convengono però sulla relativa inutilità dell’azione legale, ed è di qui che la RIAA intende ripartire: denunciare è un problema, segnalare e far pressione sono invece utili opportunità. Le modalità di attuazione del piano RIAA saranno ora il prossimo oggetto del contendere.

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