La Britannica fa un passo verso il wiki

Nella nuova versione online di prossimo lancio l'Enciclopedia Britannica accetterà contributi dagli utenti. Ma per mantenere una certa distanza da Wikipedia ogni contributo sarà valutato dal panel di esperti dell'ente e solo se approvata andrà online
Nella nuova versione online di prossimo lancio l'Enciclopedia Britannica accetterà contributi dagli utenti. Ma per mantenere una certa distanza da Wikipedia ogni contributo sarà valutato dal panel di esperti dell'ente e solo se approvata andrà online

Non finisce lo scontro tra l’Enciclopedia Britannica e Wikipedia, l’enciclopedia open source, uno scontro che non dovrebbe esistere date le diverse destinazioni dei due prodotti ma che non manca di essere alimentato dai baroni della grande istituzione del Regno Unito.

La novità è che la Britannica lancerà la sua versione per la rete aprendosi moderatamente agli utenti, in un processo in fondo non troppo diverso da quello che Microsoft sta compiendo verso l’open source. Dunque si alle voci scritte dagli utenti ma solo previo rigoroso controllo della commissione ufficiale. Il modello Wikipedia non è accettato in toto ma solo parzialmente, probabilmente per coinvolgere di più gli utenti senza perdere la propria ragion d’essere.

Le parole di Jorge Cauz, presidente dell’ente che supervisiona l’Enciclopedia Britannica, suonano però decisamente forti: «Non vogliamo diventare un wiki, è l’ultima cosa che vogliamo essere. La Britannica non dà piaceri voyeuristici […] non vogliamo essere un tabloid nè un reality show. Siamo un animale differente che punta ad un pubblico differente».

Al momento gli esperti che lavorano alla Britannica sono tra i 2500 e i 4500 ma in rete dovrebbero aumentare i cosiddetti segnalatori di novità, in modo da tenere tutta l’enciclopedia se non altro più aggiornata e più in linea con i desideri di conoscenza del pubblico. La sezione con i contributi degli utenti comunque sarà separata e saranno presenti tutti i nomi di chi ha contribuito.

Ma Mr. Cauz non si ferma alla sola professionalità del proprio ente: il suo attacco è anche sulla supposta popolarità di Wikipedia che, secondo lui, sarebbe dovuta unicamente al fatto che è quasi sempre il primo risultato del motore di Mountain View: «Se fossi il CEO o il fondatore di Google sarei veramente contrariato dal fatto che il miglior motore di ricerca del modo continui a dare come primo risultato Wikipedia. È il meglio che possono fare? È il meglio che il loro algoritmo può fare?».

Quello che forse Mr. Cauz ignora è che Google non ha quasi alcun controllo sull’ordine di presentazione dei risultati e che Wikipedia non è popolare perchè è sempre primo su Google ma è sempre primo su Google perchè è popolare.

Nel frattempo anche Wikipedia si sta per muovere su un terreno non suo, cioè quello della carta stampata, andando in direzione esattamente opposta a quella della Britannica. Il servizio PediaPress, già attivo in Francia, stamperà una serie di libri contenenti le voci più richieste e lette e servirà alla Wikimedia Foundation per raccogliere denaro e aumentare la propria utenza.

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