Uno, nessuno, centomila Italia.it

Prima c'era un Italia.it. Ma nacque tra le polemiche. Poi non ce ne fu più alcuno, perché sparì nel disonore. Oggi sembra che ce ne possano essere molti, con una miriade di progetti locali pronti a nascere al fianco del prossimo Italia.info
Prima c'era un Italia.it. Ma nacque tra le polemiche. Poi non ce ne fu più alcuno, perché sparì nel disonore. Oggi sembra che ce ne possano essere molti, con una miriade di progetti locali pronti a nascere al fianco del prossimo Italia.info

La coltre nebulosa che ha sempre circondato Italia.it è quanto di peggiore potesse esserci per un progetto nato con fatica, cresciuto tra i problemi e morto nel disonore. La mancata trasparenza ha reso il progetto non solo fallimentare, ma anche esempio primo dell’inefficienza progettuale di talune istituzioni. L’ultimo piano di E-Gov formulato dal Ministero per la Pubblica Amministrazione riconsegna un quadro nuovamente diverso per il portale da 50 milioni di euro (cifra non esatta, ma l’appellativo ormai è inciso a fuoco sul progetto).

La segnalazione giunge come sempre dal Million Portal Bay, blog che ha spulciato la documentazione (consegnata dal ministero ai giornalisti mediante penna USB) notando alle pagine 70-75 il materiale concernente l’Obiettivo 9: Turismo. L’Obiettivo 9 è espresso a chiare lettere, con tanto di scadenza temporale e successive definizioni del budget: «Posizionare entro il 2012 il portale nazionale dell’offerta turistica tra i portali leader del settore in termini di accesso ed utilizzo dei servizi da parte degli utenti». Il riferimento a Italia.it, o a quel che fu, è evidente. La recente firma tra Renato Brunetta e Michela Vittoria Brambilla è il sigillo al nuovo progetto.

Uno, nessuno, centomila. Prima venne Italia.it, con tutte le polemiche e gli insuccessi che ne derivarono. Poi venne il silenzio, che dura tutt’ora, derivante dalla chiusura del portale e dall’apertura di nuovi progetti basati sul nuovo brand Italia.info. Ma dall’Obiettivo 9 è facile capire come il futuro proponga qualcosa di nuovo e diverso: centomila Italia.it. Infatti il documento firmato dal Ministro Brunetta considera tra i propri obiettivo quello dello «Sviluppo con le regioni di progetti di promozione online a livello internazionale dei poli turistici locali (es. Capri, Taormina): Valorizzazione sul portale nazionale di poli turistici locali attraverso un’attività di promozione on-line, a livello internazionale, volta ad attrarre l’attenzione del turista verso specifiche mete». Non solo Italia.it, insomma, ma una miriade di siti per incoraggiare la promozione locale.

Valutazioni e giudizi sul merito necessitano di conoscere i dettagli dell’operazione, perché pare evidente il rischio di sovrapporre investimenti, progetti e competenze. Dall’analisi delle cifre messe a bilancio, però, se ne può intuire qualcosa di più.

7.80 sono i milioni previsti per il 2009: 7 per i portali turistici locali (PTL) e 0.8 per il Portale del Turismo (Italia.info). Nel 2010 i milioni saranno 8 per i PTL e 1.5 per Italia.info. Le cifre passano per i PTL a 3 milioni nel 2011 e 2 milioni nel 2012, mentre saranno di 3 e 1.4 per Italia.info. A conti fatti il budget finale è di 26.70 milioni, 6.7 dei quali per Italia.info e 20 per i PTL.

6.7 miliardi complessivi per il Portale del Turismo significano una cifra parecchio inferiore ai 10 già attribuiti alla Brambilla per avviare i lavori. 20 miliardi per i PTL, poi, odorano di contentino per le Regioni, le quali reclamano da tempo la propria parte dopo che dal Ministero sono giunte promesse varie, firmate da più Governi, di stanziamenti specifici per il turismo e la promozione online. Su tali cifre si è scatenata nei mesi scorsi una vera e propria battaglia istituzionale, battaglia che i PTL potrebbero mascherare sotto nuovi progetti di opinabile utilità promozionale, ma di sicura funzionalità diplomatica. La teoria è avvalorata dal fatto che Regioni e Associazioni di categoria sono nominate tra i partner del progetto, il che mette nero su bianco la destinazione dei fondi previsti «Situazione attuale: 20 Meuro del DIT destinati alle Regioni in base al riparto CIPE».

Le Regioni, insomma, dovranno identificare i propri poli turistici entrando poi in competizione per l’assegnazione dei contributi del ministero. Occorre ricordare come originariamente tali fondi erano destinati ad un compenso per il lavoro che le singole Regioni avrebbero dovuto compiere per collaborare alla creazione di Italia.it, mentre in questo caso le progettualità appaiono separate e non è pertanto chiaro come e se Italia.info troverà linfa per i propri contenuti.

«Promuovere l’immagine unitaria dell’offerta turistica nazionale e favorirne la diffusione
attraverso la rete», «Assicurare la tutela e il rilancio del marchio Italia» e «Promuovere la commercializzazione dell’offerta turistica attraverso la partnership con siti ed operatori terzi» costerà agli italiani 29.58 milioni di euro. Difficile però capire da dove tale cifra venga dedotta: «Semplice refuso o ulteriore mistero di budget?».

Ultima nota di interesse particolare è nella tempistica del progetto. Il primo grafico si riferisce ad Italia.info.

Italia.info - Obiettivi

Si intuisce come l’idea sia quella di una fase di progetto e realizzazione che va esaurita entro il 2009 (cosa oltremodo difficile alla luce dei tempi già annunciati dalla Brambilla). La parte restante si basa sulla promozione: il sito dovrà essere (sebbene non sia esplicitato alcun criterio formale) tra i migliori 20 del settore in tutto il mondo entro il 2010, tra i migliori 10 entro il 2011 e tra i migliori 5 entro il 2012.

Il secondo grafico fa riferimento invece ai Poli Turistici Locali:

Portali Turistici Locali - Obiettivi

La progettazione e lo sviluppo dovrà essere completata entro il 2009 al pari di Italia.info (anche in questo caso trattasi di un obiettivo di difficile raggiungimento visto che ancora occorrerà prima sciogliere il nodo dei Poli da selezionare: probabilmente la sete di finanziamenti accorcerà comunque i tempi). Gli obiettivi successivi saranno soppesati su una strana alchimia: «accessi proporzionali a quelli del portale nazionale ponderati sulle risorse investite». 50% entro il 2010, 100% entro il 2011, 120% entro il 2012.

Il piano E-gov, insomma, stabilisce obiettivi apparentemente chiari con risorse apparentemente esistenti. Sulla tempistica sembra esserci qualche problema di fondo, mentre le comunicazioni confuse delle parti in causa non rendono onore a quello che intende essere un rilancio. Non resta che attendere la prossima roadmap a questo punto. L’ennesima. L’ultima, si spera.

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