La Germania dice no al modello francese

Al momento della sua approvazione in Francia, la così detta dottrina Sarkozy, altrimenti nota come “legge dei tre colpi”, sembrava il giro di vite definitivo contro la cultura del file sharing, un modello che tutti i governi occidentali avrebbero finito per adottare.

Col “senno di poi” si è invece rivelato un clamoroso insuccesso non solo di fronte all’opinione pubblica, ma anche di fronte alle istituzioni: in Italia, nel Regno Unito e in sede di Consiglio Europeo si procede in maniera ondivaga, come dimostra il caso dell’emendamento 138, presentato e poi rigettato nel giro di pochi giorni.

L’ultima nazione, in ordine di tempo, a bocciare il modello francese è stata la Germania. La dichiarazione ufficiale rilasciata dal Ministro della Giustizia Brigitte Zypries (nella foto) non lascia davvero adito a dubbi.

Contattata dal blog Spreeblick, la Zypries ha così commentato:

Non credo che [la legge francese] possa essere un modello, né per la Germania né per il resto dell’Europa. L’interdire a qualcuno l’uso di Internet mi sembra una sanzione del tutto spropositata, sarebbe altamente problematico sia politicamente che costituzionalmente. Sono sicura che, quando si verificheranno le prime disconnessioni in Francia, le grida si avvertiranno fin qui a Berlino.

Una voce fuori dal coro o la posizione ufficiale del governo? Pare più plausibile la seconda ipotesi, visto che l’intervento del ministro è giunto al termine di un incontro fra l’Esecutivo e una rappresentanza degli ISP tedeschi, nel quale si è appunto discusso sull’eventualità di adottare la legge dei “three strikes”.

Incontro definito “soddisfacente” dagli stessi ISP, i quali sono evidentemente i primi a non volere una legislazione che limiti la libertà personale dei propri clienti. O, detto più prosaicamente, non vogliono veder diminuire il loro giro di affari.

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