Google pone fine anche agli Audio Ads

Dopo Print Ads ora anche la sezione che cercava di esportare il modello di vendita di pubblicità online nel mondo della radio è costretta a dichiarare il fallimento dei propri obiettivi e quindi chiudere i battenti. Il taglio dei costi lo impone
Dopo Print Ads ora anche la sezione che cercava di esportare il modello di vendita di pubblicità online nel mondo della radio è costretta a dichiarare il fallimento dei propri obiettivi e quindi chiudere i battenti. Il taglio dei costi lo impone

Google dichiara la morte di Audio Ads, il progetto iniziato due anni fa e indirizzato alla vendita di spazi pubblicitari sul circuito radiofonico seguendo i medesimi principi che hanno fatto la fortuna del suo sistema di vendita di spazi pubblicitari in rete.

Dopo tre anni di vita il progetto semplicemente non è riuscito a raggiungere gli obiettivi che si era posto e dunque viene chiuso. «Nonostante il fatto che sia stato profuso un grande sforzo e si siano rivolte molte risorse nello sviluppo di questo tipo di prodotto, imparando moltissimo, lo stesso non siamo riusciti ad avere l’impatto sul mercato che attendevamo» ha dichiarato Susan Wojcicki, vice presidente della sezione product managmente dell’azienda. 40 persone impiegate perderanno il posto di lavoro.

Le difficoltà nel mondo della radio ci sono state fin da subito, in parte dovute anche alla paura delle stazioni che il nuovo arrivato trasformasse completamente il loro business. Ci è voluto un anno a Google per convincere una stazione ad appaltargli la vendita del 5% del suo spazio pubblicitario in prime time. Lo stesso però l’azienda non è riuscita da lì a conquistare la fiducia degli altri player.

I tagli sono dovuti principalmente all’esigenza di ridurre i costi e una sezione che ha mancato di essere all’altezza delle aspettative non può più essere mantenuta. Con Audio Ads, se ne va uno dei sogni più recenti della compagnia di Mountain View, quello di poter esportare il suo modello vincente in rete ad altri tipi di business offline. Solo tre settimane fa infatti anche Print Ads (l’equivalente per la stampa cartacea) ha chiuso. Rimane in piedi solamente TV Ads, sezione che non solo sta vedendo un moderato successo, ma che è anche inserita in un settore in rapida espasione e rapido cambiamento. Sembra dunque che contrariamente agli altri esperimenti i TV Ads possano rivelarsi un terreno di sperimentazione e magari di successo, anche in previsione delle possibili mutazioni dei servizi video nel contesto di YouTube.

Intanto i fondatori di dMarc Broadcasting la società di pubblicità in radio che Google acquisì nel 2006 per cominciare la sua avventura fanno sapere che, dispiaciuti per la notizia, non smetteranno comunque di lavorare per innovare nel campo della tecnologia pubblicitaria radiofonica convinti che un cambiamento sia ancora possibile.

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