Mobbing, un fenomeno articolato

Per iniziare a trattare di un argomento tanto interessante quanto delicato come il Mobbing, è giusto partire dalla sua corretta definizione, ricavata da Wikipedia:

Il mobbing è, nell’accezione più comune in Italia, un insieme di comportamenti violenti (abusi psicologici, angherie, vessazioni, demansionamento, emarginazione, umiliazioni, maldicenze, ostracizzazione, etc.) perpetrati da parte di superiori e/o colleghi nei confronti di un lavoratore, prolungato nel tempo e lesivo della dignità personale e professionale nonché della salute psicofisica dello stesso. I singoli atteggiamenti molesti (o emulativi) non raggiungono necessariamente la soglia del reato né debbono essere di per sé illegittimi, ma nell’insieme producono danneggiamenti plurioffensivi anche gravi con conseguenze sul patrimonio della vittima, la sua salute, la sua esistenza.

Il termine Mobbing, coniato negli anni ’70 da Konrad Lorenz, ha quindi la sua applicazione maggiore nell’ambiente lavorativo, dove tale comportamento può tramutarsi in diversi casi pratici, che vanno dalla dequalificazione della mansione svolta (dovresti creare software, ma io ti faccio fare le fotocopie, in sintesi) sino alla dotazione di apparecchiature inadatte per il compito da svolgere.

Insomma, tutto quanto è atto a “cancellare” il lavoratore dall’ambiente ove effettua le proprie prestazioni di lavoro, è da definirsi Mobbing. Ma il fenomeno che stiamo analizzando (seppur velocemente), è stato studiato in maniera più approfondita nel corso degli anni, venendo così suddiviso:

  • Verticale: quando viene messo in pratica da parte di un superiore nei confronti di un dipendente, oppure, nel caso contrario, quando un gruppo di dipendenti si coalizzano contro il proprio superiore;
  • Orizzontale: viene attuato tra individui di pari grado;
  • Doppio Mobbing: è un caso estremo, ma comunque presente, all’interno del quale il soggetto “mobbizzato” tende a riversare all’interno della sua famiglia lo stress, sottoponendola ad una forma di Mobbing.

Aver individuato il male non aiuta a combatterlo, infatti è molto difficile dimostrare l’illegalità nei casi di Mobbing: spesso, quando ciò accade, il lavoratore che esterna davanti ai colleghi la propria situazione disagiata, viene colpevolizzato anche con veemenza. A tutto ciò seguono, in alcuni casi, le dimissioni.

La legge, seppure a fatica, si sta adattando nel contrapporsi a un fenomeno così difficile da annientare e giudicare nelle sedi opportune.

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