79 milioni di dollari per dir di no a Microsoft

Dire di no a Microsoft ha significato mobilitare advisor e consulenti, legali ed esperti, il tutto con una spesa che Yahoo ha messo a bilancio con un ammontare complessivo di 79 milioni di dollari. A distanza di pochi mesi, però, tutto è ancor possibile
Dire di no a Microsoft ha significato mobilitare advisor e consulenti, legali ed esperti, il tutto con una spesa che Yahoo ha messo a bilancio con un ammontare complessivo di 79 milioni di dollari. A distanza di pochi mesi, però, tutto è ancor possibile

Dir di no a Microsoft è costato caro a Yahoo. E non solo dal punto di vista delle opportunità: negarsi al miglior offerente ha comportato un impegno importante dovuto alle trattative, alle mediazioni, alla gestione degli azionisti ed a tutto quel che ha circondato un 2008 fatto di tira e molla tra Sunnyvale e Redmond. Le cifre trapelano ora da un documento consegnato da Yahoo alla SEC, ove la somma totale delle spese correlate all’offerta d’acquisto Microsoft è figura essere pari a 79 milioni di dollari.

Il documento è disponibile anche in rete. I fatti relativi all’offerta Microsoft sono concentrati a pagina 39, ove si recita: «Per l’anno terminato il 31 dicembre 2008, l’aumento delle spese […] è dovuto principalmente alla proposta d’acquisto della Microsoft per parte o per la totalità della nostra compagnia, altre alternative strategiche quali un accordo con Google […] e le relative spese per la difesa legale. Consulenti ed avvocati, insomma, hanno difeso il gruppo ed il board, ma a caro prezzo.

Quando la proposta venne avanzata, per Yahoo la tentazione fu forte. Trattavasi di 44.6 miliardi prima e di 47.5 miliardi poi, capitali oltremodo interessanti anche e soprattutto alla luce del successivo tracollo dell’economia e della borsa. Ciò nonostante l’allora CEO Jerry Yang riuscì ad opporre strenua resistenza, fino a pagare di persona le conseguenze del proprio operato vedendosi respinto un ultimo invito a Steve Ballmer e dovendo quindi rassegnare le proprie dimissioni in favore della neoeletta Carol Bartz.

Quest’ultima, nelle prime settimane sul trono di Sunnyvale, ha sempre confermato la linea Yang: Yahoo non si vende. Ciò nonostante c’è chi, all’interno del suo team, lascia acceso il lumicino accompagnando così le lusinghe provenienti da un ancora lontano Ballmer. Così facendo le porte rimangono chiuse, ma senza doppia mandata. E non è detto che, nonostante i 79 milioni di euro sprecati, qualcuno non torni prima o poi a bussare.

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